Ci sono almeno tre opzioni sul tavolo per quanto riguarda il proseguimento dei rapporti – in verità assai tesi – tra politica USA e mercati. L’insediamento del nuovo presidente Donald Trump ha causato una correzione sui mercati dovuta principalmente all’altalena sui dazi imposti non solo sulla Cina, ma anche su paesi storicamente partner come Canada e Messico.
Un’altalena che ha finito per colpire anche il mercato Bitcoin e crypto, che si trova ad una certa distanza da massimi che erano stati toccati subito dopo l’insediamento di Trump.
L’idea che sta acquistando maggiore forza in queste ore – tra gli analisti principali – è che i movimenti di breve periodo dei mercati non interessino granché la Casa Bianca. Il ciclo presidenziale impone le misure più impopolari a inizio mandato – e si potrà anche sacrificare la regina, se l’obiettivo è quello di fare scacco matto. Ma stanno davvero così le cose? Guardiamo a qualche numero.
Le due parole che abbiamo sentito di più dai membri del governo Trump sono tassi di interesse e sprechi. Alla seconda starebbe badando Elon Musk con il suo DOGE, tagliando ove possibile e senza fare troppi complimenti. Tagli che però rispetto all’enormità della spesa pubblica americana sono ancora poca cosa. Un dettaglio questo non di secondo ordine e che ci tornerà utile più avanti.
Per quanto riguarda i tassi, più che Trump si è fatto avanti Scott Bessent, che ricevendo anche qualche commento ironico dalla stampa e dagli analisti, ha affermato che l’obiettivo è quello del pareggio di bilancio, così da lasciare spazio a una politica monetaria più espansiva.
Il discorso, almeno matematicamente, fila: se la politica fiscale non è più espansiva, può tornarlo a essere quella monetaria, a patto però che Jerome Powell, che rimane indipendente e lontano dalle idee del governo, sia d’accordo.
Qualcuno ha fatto notare che – come è accaduto in Argentina – i tagli alla spesa pubblica hanno un effetto immediatamente ribassista sul livello di attività economica. La cosa sembrerebbe essere stata presa in considerazione anche da Atlanta Fed nel suo ultimo dannante report sul PIL USA, con un abbassamento di 6% punti percentuali rispetto alle previsioni di un mese fa.
Le borse hanno avuto delle correzioni, per quanto non corpose. Il nostro Alex Lavarello sul Canale Telegram VIP ha spiegato la situazione in dettaglio, sottolineando come potrebbe esserci (il che non vuol dire che ci sarà) anche una correzione dai massimi più corposa.
La cosa ci aiuta a completare il discorso che stiamo cercando di fare e che riguarda appunto anche Bitcoin e crypto.
Non sembra che il governo americano sia granché preoccupato del breve periodo. È dopotutto breve periodo e non è ciò che renderà questa presidenza nel complesso positiva o negativa per i mercati. Potrebbero dunque continuare degli alti e bassi.
L’ipotesi di speranza per tutti gli investitori nel mondo crypto è quella che però Donald Trump voglia mantenere una promessa – circolata tra gli addetti ai lavori – di vedere Bitcoin e crypto molto in alto già nella prima fase della sua presidenza.
Quanto si poteva fare è stato già fatto – non senza qualche scivolone. Gli occhi di tutti saranno puntati su venerdì 7 marzo, per la riunione alla Casa Bianca che dovrebbe annunciare le riserve crypto e Bitcoin, nonché le loro modalità. Possiamo aspettarci qualche sorpresa importante che vada a impattare sul prezzo?
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