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Il conflitto di interessi crypto del nuovo governo USA: Elizabeth Warren all’attacco

Elizabeth Warren torna alla carica, accusando lo zar delle crypto di conflitto di interessi
1 ora fa
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Quanto sta avvenendo negli USA a tema crypto per mano del nuovo governo non piace a tutti. Non piace neanche alla senatrice Elizabeth Warren, che durante la precedente legislatura si dichiarò a capo di un – non più esistente – esercito anti-cripto. La senatrice, che è tra le altre cose tra le più acerrime nemiche politiche di Trump, ha chiesto delle informazioni su un possibile conflitto di interessi di David Sacks, a capo della task force crypto del governo.

David Sacks, come è noto, ha avuto in passato esposizione a Bitcoin, Ethereum e anche Solana, tutti e tre asset che sono stati favoriti dalla nuova formazione di governo e anche dall’impatto diretto delle azioni di Sacks stesso. Sacks ha già dichiarato di essersi liberato di questi asset prima di assumere la carica di governo, cosa che però non basta alla senatrice.

Nel gran giorno del meeting alla Casa Bianca infatti la senatrice ha chiesto di conoscere con precisione le tempistiche con le quali tali asset sarebbero stati ceduti.

Cosa ha scritto la senatrice?

La Senatrice contesta la scarsa trasparenza riguardo certe cessioni che Sacks ha confermato già via X. E nello specifico:

Nonostante le tue dichiarazioni pubbliche su X, rimane non chiaro esattamente quando hai personalmente ceduto i tuoi BTC, ETH e SOL e anche quando Craft Ventures avrebbe ceduto le sue partecipazioni in Bitwise.

Il riferimento per il secondo caso è alle quote che una delle società di VC alle quali partecipava Sacks possedevano in Bitwise, gestore di fondi a tema crypto che però ha già confermato che la cessione di tali quote sarebbe avvenuta ben prima dell’inserimento di Sacks nella compagine di governo.

Una questione che rimane, forse però non con il coinvolgimento di Sacks

Al netto dell’ormai nota posizione di Elizabeth Warren contro le criptovalute e contro chiunque se ne interessi, alcune delle questioni certamente rimangono aperte. Donald Trump ha interesse diretto nel mondo crypto tramite WLFI, così come lo ha a causa dei suoi token $TRUMP e $MELANIA, lanciati prima del giuramento ma ora comunque dipendenti almeno in parte dalle decisioni che il Presidente degli Stati Uniti o il suo staff prenderanno.

Tali polemiche non potevano che rinforzarsi nel giorno in cui Trump ospiterà il gotha dell’industria alla Casa Bianca, a poche ore da aver firmato l’Ordine Esecutivo che stabilisce una riserva in Bitcoin che almeno per il momento partirà da una quantità importante di BTC che il governo USA possiede in seguito a procedimenti penali e civili.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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