C’è un allarme che arriva dal Giappone – economia che seguiamo molto da vicino sul nostro Canale Telegram Premium perché più centrale di quanto possa sembrare per i mercati finanziari globali. L’allarme è segnato dal rendimento dei bond ventennali del Paese del Sol Levante, che fanno registrare rendimenti che sono i più elevati dall’ultima grande crisi finanziaria. Una brutta notizia per Bitcoin e crypto?
Il ragionamento che hanno fatto in molti, soprattutto tra gli analisti da social network, è che questo sia un segnale del futuro scarso appetito per gli asset risk-on, gli asset che in genere si acquistano quando la fame per rendimenti più elevati (e di conseguenza rischi più elevati), aumenta.
In realtà le cose sono, come sempre, più complicate di così: l’aumento di rendimenti dei bond ventennali giapponesi avrà delle conseguenze, ma è almeno in parte una fotografia del presente e non necessariamente una fotografia di quanto avverrà in futuro. Cerchiamo di vederci chiaro.
I social network, a partire da X, vivono di sensazionalismo. E ogni minimo cambiamento dell’equilibrio macro a livello globale è fonte di una pletora di post che invitano tutti a rifugiarsi in un metaforico bunker anti-atomico. A contribuire al fiume di post di preoccupazione c’è una situazione molto particolare sul mercato dei bond giapponesi. I rendimenti sui ventennali sono arrivati quasi in quota 2,4%, livelli che non si vedevano dalla crisi del 2009. Perché la cosa dovrebbe interessarci se siamo investitori in Bitcoin e criptovalute?
Il che vuol dire che offrono rendimenti più golosi per gli investitori, che potrebbero dirottarvi parte dei loro capitali. Questo però non avverrà necessariamente a scapito di asset quali Bitcoin e crypto. Anzi, a veder uno spostamento potrebbero essere gli investimenti in bond USA. Anche in questo caso però, si dovrebbero prendere le cose cum grano salis. Il differenziale di tassi offerti da bond USA e bond giapponesi è ancora piuttosto ampia.
È il tormentone di questi ultimi mesi. A agosto le paure per un suo unwind – ovvero per la chiusura di posizioni che si basavano proprio su questa “strategia” portò i mercati a picco. Ora c’è lo stesso terrore. La situazione che si sta sviluppando sui bond potrebbe costringere Bank of Japan a rivedere i tassi al rialzo? Forse sì.
Se il differenziale tra tassi USA e tassi giapponesi dovesse ridursi, c’è motivo per credere che in tanti chiuderanno il carry trade, scaricando a mercato miliardi di dollari azioni?
Anche questo è teoricamente possibile, ma si dovrebbe tenere conto di almeno due vicende: la prima è che non è detto che BoJ intervenga in modo così reattivo. La seconda è che il differenziale tra i tassi USA e giapponesi rimane molto ampio, soprattutto alla luce del fatto che di tagli, negli USA, a breve non ce ne saranno.
Con ogni probabilità l’andamento dell’azionario continuerà, sul breve, ad avere un impatto importante su Bitcoin e crypto. Tuttavia da qui a trasformare ogni preoccupazione, per vera o inventata che sia, in un’indicazione operativa… c’è la stessa differenza che c’è tra il dire e il fare.
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