Lento ma costante, il prezzo di Bitcoin (BTC) continua a crollare, pur mantenendo una maggiore resilienza rispetto alle altcoin. Al momento di questa stesura, BTC quota 80.400 USDT, registrando un +2,40% su base giornaliera con un range di movimento del 7,38% tra minimo e massimo della giornata.
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I dati si riferiscono al passato e non sono indicatori di risultati futuri.
Bitcoin crollo ma più resiliente delle altcoin
Dall’inizio del 2025, Bitcoin ha registrato un calo del 13,45%, mentre nel solo mese di marzo segna un ribasso del 4%. Tuttavia, il dato annuale negativo è principalmente dovuto alla forte discesa di febbraio, che ha visto BTC perdere il –17,66%.
Per trovare una chiusura mensile peggiore di questa, bisogna tornare a giugno 2022, quando Bitcoin crollò del -37% a causa del fallimento della stablecoin algoritmica Terra Luna.
Confronto con i crash del passato
Durante il fallimento di FTX e Alameda Research nel novembre 2022, Bitcoin ha registrato una discesa più contenuta del 16,27%. Tuttavia, sia il crollo di giugno 2022 che quello di novembre 2022 erano giustificati da eventi interni al mondo crypto, legati a problemi di governance e frodi finanziarie.
Il crollo crypto attuale non ha cause interne
A differenza dei crash precedenti, il calo attuale di Bitcoin, Ethereum e delle altcoin non sembra avere cause dirette nel settore crypto. Invece, c’è uno scenario macroeconomico più ampio che sta influenzando Bitcoin e i mercati in generale.
Le tensioni economiche derivanti dalle politiche sui dazi imposti da Trump stanno creando instabilità. In risposta, la Cina ha annunciato nuove tariffe del 10% e 15% sui beni agricoli importati dagli Stati Uniti.
Timori inflazione e ripensamenti politiche della Fed
Questo scenario rischia di far tornare il mondo indietro di decenni sul piano economico. Bitcoin, il settore crypto e i mercati finanziari tradizionali temono una ripresa dell’inflazione. Se questa dovesse tornare a salire, la Federal Reserve (Fed) potrebbe rivedere la sua strategia di taglio dei tassi.
Bitcoin e i Fed Funds
Nel grafico seguente riportiamo l’andamento storico di Bitcoin in comparazione con i Fed Funds della Fed, utilizzando una media mobile a 365 periodi, data la particolarità dell’asset.
Focalizzandoci sui movimenti dei Fed Funds, nella parte bassa del grafico, possiamo notare che a giugno 2023 i rialzi si sono fermati al 5,25% e sono rimasti invariati per 14 mesi. Durante questo periodo, il prezzo di Bitcoin è passato da 30.000 a 72.000 dollari.
Con il primo taglio dei tassi a settembre 2024, Bitcoin ha registrato una nuova accelerazione, raggiungendo il massimo storico (ATH) di 109.356 dollari a gennaio 2025, per poi avviare una fase di ribasso.
Le tensioni economiche e l’inizio della correzione
Il calo del prezzo è iniziato quando le tensioni economiche si sono concretizzate, con i primi annunci di dazi di Trump a fine gennaio. Se torniamo al grafico precedente, possiamo vedere che l’inflazione, dal minimo del 2,40% di ottobre, è risalita al 3%.
Bitcoin in bilico: quali sono i livelli chiave?
Questi dati generano incertezza, ma non indicano necessariamente un crollo di lungo periodo per Bitcoin. A livello tecnico, finché il prezzo resta sopra l’area dei 74.000 – 75.000 dollari, possiamo considerare l’attuale ribasso uno swing ribassista in un uptrend.
Un’eventuale discesa sotto questo livello, deriverebbe da un crollo dei mercati azionari, con discese di S&P500 e europei, sempre in conseguenza delle problematiche indicate in precedenza e ciò potrebbe comportare un’uscita di BTc dall’uptrend e ulteriore crollo verso l’area tra 62 e 58.000 USDT. Ma al momento questo scenario è lontano.