Inflazione USA sotto aspettative: Bitcoin e crypto rimbalzano. E ora? Tutti i numeri

I dati sull’inflazione USA sono migliori delle aspettative, che già prevedevano un modesto avvicinamento verso il target del 2%. L’inflazione USA classica va al +2,8%, mentre quella Core, che esclude energetici e alimentari, scende al 3,1%, contro previsioni che le davano rispettivamente al +2,9% e al +3,2%.

All’uscita dei numeri il mercato crypto ha reagito con un balzo in avanti per quanto di modeste proporzioni (circa l’1%), che dovrà però ora essere confermato anche durante la sessione azionaria USA, che apre alle 14:30 ora italiana . Si rivela dunque fondato il parere degli analisti di S&P Global che avevano indicato una lettura più bassa di quanto stesse circolando tramite le previsioni delle principali banche d’affari.

Una notizia che basterà per mettere la parola fine al trend ribassista di crypto, Bitcoin e azioni? Troppo presto per dirlo, anche perché per quanto il dato sia incoraggiante, è certamente lontano dal poter cambiare le carte in tavola per il prossimo incontro del FOMC che si terrà il 19 marzo.

Evitata una batosta

Con il sentiment che continua a essere piuttosto negativo, ci si può accontentare anche di un modesto riavvicinamento al target del 2% (per quanto Fed guarderà al PCE e non CPI per prendere decisioni). L’inflazione continua a correre, ma in modo più modesto.

-0,1% per entrambi i dati rilasciati oggi su base annuale, che però si riferiscono a febbraio, quando diverse delle misure del governo Trump non erano state ancora implementate.

Bitcoin supera, per il momento senza grossa convinzione, gli 84.000$, il resto del mercato crypto gli va dietro, per quella che è comunque una buona notizia.

Ora la palla passerà a Wall Street, teatro del bagno di sangue dell’ultima settimana anche in termini di outflow dagli ETF crypto. È questo lo spunto per ripartire? Sul breve periodo sì, sul medio e lungo permangono certe preoccupazioni, magari esagerate dalla rapidità e dalla confusione con le quali si sta muovendo il governo Trump in termini economici.

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