È il momento di fare di nuovo quella discussione. Bitcoin è davvero oro digitale? E se lo è, perché in una fase di grande di grande confusione sui mercati finanziari – perché l’oro sfonda il traguardo dei 3.000$ mentre $BTC rimane al palo? Abbiamo letto queste considerazioni sul nostro Canale Telegram centinaia di volte – e vorremmo condividere con voi qualche spiegazione, tenendo conto appunto dell’unica risposta che conta, che è quella dei mercati.
Sul fatto che il settore alt sia da considerare come risk on – ovvero nell’insieme degli asset di rischio e che crescono quando i mercati sono più euforici, non vi è alcun dubbio. Sullo status di Bitcoin come porto sicuro, i dibattiti sono invece più interessanti.
Sono i mercati che non hanno capito ancora Bitcoin, oppure è Bitcoin che non ha le caratteristiche per essere considerato un asset verso il quale correre quando tutto smette di avere senso, almeno sulle piazze tradizionali? La risposta, purtroppo per chi ama quelle nette, è in realtà nel mezzo, ancora una volta.
Partiamo con il toglierci qualche fastidioso sassolino dalla scarpa. Chi vi scrive ritiene che il grande insistere su Bitcoin come oro digitale arrivi anche da chi non ha esattamente pareri disinteressati. Tra società che offrono custodia, exchange che devono pur vendere un’idea e influencer che non possono dire ai loro lettori che ci sarà da stringere i denti, c’è sempre bisogno di un concetto facile da comprendere, da vendere e sul quale guadagnare. Non è un male, non è qualcosa di turpe, ma è comunque una definizione parziale di ciò che Bitcoin è.
Altro punto: Larry Fink in persona, il CEO di BlackRock, ha definito più volte Bitcoin come oro digitale. È persona più intelligente e più informata di chi vi scrive. Perché andargli contro? Non si deve necessariamente, perché Larry Fink è stato molto preciso sul tipo di porto che Bitcoin rappresenta. Bitcoin è (anche) una scommessa contro il sistema monetario classico. Non è un porto per ogni tempesta, ma è il porto per una precisa tempesta. E lo è più per chi deve ripararsi da tempeste di medio e lungo periodo che per chi cerca un’insenatura all’interno della quale aspettare la fine degli acquazzoni sul mercato classico.
Bitcoin condivide in parte le caratteristiche dell’oro: è scarso, serve del lavoro per “estrarlo”, può fare effettivamente da riserva di valore, anche se con orizzonti più ampi di quelli ai quali siamo abituati appunto con l’oro.
Ha anche delle caratteristiche migliori dell’oro: è facile verificarne l’autenticità, può essere diviso senza problemi e non dobbiamo portarci dietro lingotti e lingottini per pagare. Caratteristiche, la seconda, più proprie della valuta/moneta che dell’oro comprato per proteggersi da inflazione e tempeste.
Perché è un periodo così e perché la paura è tale da rendere la narrativa che accompagna Bitcoin – almeno secondo certi cori e concerti – altrettanto rischiosa.
Quello che si stanno chiedendo i mercati è: ma se Bitcoin non fosse poi questa grande idea per proteggersi dal male? E se ci fossimo fatti gabbare da narrative melliflue di potenti del calibro di BlackRock e Fidelity?
I mercati è vero, hanno sempre ragione, ma è altrettanto vero che sul breve sembrano essere più orientati dalla pancia che dal cervello. Il peggio passerà – è una scommessa nella quale abbiamo sempre creduto su Criptovaluta.it® – e bisognerebbe continuare a evitare di prendere elementi di breve per ricavare teorie eterne. Non ha mai funzionato – e non funzionerà neanche con Bitcoin. Sul fatto che sia oro o meno, la risposta giusta è che probabilmente quando la paura sale, le discussioni oziose sono il poco che abbiamo a disposizione per tranquillizzarci.
L'oro corre, quello digitale un po' meno. Cosa sta succedendo?
Va bene così. Non abbiamo bisogno di qualcosa in più, e neanche dei soldi…
Vendita quasi record per il token del progetto legato a Donald Trump nella crypto…
Il voto da Solana non va come previsto, ma è comunque un grande successo.
Bitget (BGB) in forte correzione nel 2025 dopo il boom del 2024. Supporti e…
Casa Bianca a favore dell'allargamento delle riserve Bitcoin. Con qualche ma.
Il mercato si chiede se Bitcoin ripeterà il pattern degli halving precedenti o se…
Vedi Commenti
Si correla a leva con il Nasdaq (a volte) perché la sua domanda è composta in parte dallo zoccolo duro di chi "stack sats" e lo usa come store of value long term, in parte da speculatori che lo trattano come asset risk on (e da molti che fanno un po' tutte e due le cose).
Gli holders sono quelli che causano l'apprezzamento sul lungo, spostando e comprimento gli swings speculativi sempre un po' più in su negli anni, ma la parte speculativo/volatile ce la portiamo sempre dietro, anche se si è andata riducendo all'aumentare della capitalizzazione, infatti la volatilità si è ridotta, come prevedibile e previsto. E ce la porteremo dietro presumibilmente ancora molto a lungo.
Fine, molto semplice.
Non mi sembra più che Bitcoin sia contro il sistema monetario classico dopo che è entrato nel sistema finanziario tramite gli ETF ma poco importa, Bitcoin è anche il mercato di se stesso e credo che ci sia la possibilità di guadagnare molto di più investendo in Bitcoin anzichè in oro. E' considerato mercato di rischio e quando sale molto è anche destinato a crollare e viceversa. E' una macchina per fare soldi ma bisogna saperla guidare bene.