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FED POWELL

5 PUNTI per TAGLI IN EMERGENZA di Fed. Come risponderanno Bitcoin e crypto?

Fed può tagliare i tassi in emergenza? Ecco a cosa si deve guardare per capire... le possibili decisioni di JPow.

Mercoledì arriverà la decisione sui tassi di interesse USA. A guardare le aspettative dei mercati – ben raccolte dal posizionamento su prodotti che riflettono proprio le aspettative sui tassi – non ci saranno tagli. La speranza però, almeno per una parte degli investitori, è sempre l’ultima a morire e c’è chi si aspetta un intervento a sorpresa in stile Greenspan Put.

Ovvero un intervento che serva più a dare una mano ai mercati che invece per obiettivi di medio e lungo periodo di politica monetaria. Un sogno, forse una favola direbbe qualcuno, che aiuterebbe anche Bitcoin e altcoin a recuperare parte del terreno perduto.

Ma ci sono davvero possibilità di questo tipo? I mercati sono già in condizioni tali da richiedere un intervento alla Greenspan (vedremo dopo cosa si intende per Greenspan Put), tenendo anche conto delle enormi pressioni che la Casa Bianca sta cercando di esercitare?

5 motivi per il no: tassi fermi – e non sarà un grande sfacelo come molti credono

La teoria di base – che è molto popolare tra gli analisti di grido – è che in realtà in assenza di tassi più bassi, sarà impossibile vedere il mercato Bitcoin e crypto ripartire. E quindi tutti o quasi aspettano che Federal Reserve tiri fuori le forbici e inizi, anzi torni a tagliare avvicinando i tassi USA almeno a quelli dell’area euro.

I mercati non ci credono – e hanno buone ragioni per non farlo. L’inflazione è ancora piuttosto alta, dall’economia non sono ancora arrivati segnali chiari di recessione e l’occupazione è su ottimi livelli. Manca dunque il quadro macro che dovrebbe spingere gli USA a tagliare i tassi.

Perché allora sperare in una mossa a sorpresa di Fed? Ce la si dovrebbe aspettare – almeno secondo la teoria più speranzosa e minoritaria – perché i mercati stanno andando male. E perché – anche se questo non è vero – Fed avrebbe mandato di tutelare anche Wall Street, e di conseguenza anche il mercato crypto.

  • No, Federal Reserve non ha quel mandato

Il primo dei 5 motivi che non ci convincono arriva direttamente dal mandato di Federal Reserve. Fed non ha alcun obbligo di tenere i mercati sempre vicini ai massimi. E per quanto – soprattutto durante il periodo Greenspan – sia più volte intervenuta anche a tutela degli stessi, non è detto che lo faccia anche questa volta.

  • No, non c’è (ancora) alcuna situazione di emergenza

Atlanta Fed ha rivisto fortemente al ribasso le previsioni sul PIL, ma i mercati non sono certo crollati, per quanto – come è evidente dal grafico che alleghiamo – ci siamo allontanati dai massimi.

Una correzione del 10% – perché questo è l’ordine di grandezza del quale stiamo parlando – non giustifica affatto un intervento d’emergenza. Per fortuna, aggiungiamo.

  • No, Federal Reserve non ha ancora dati che giustifichino un taglio d’emergenza

Anche i dati più strettamente macro – quelli ai quali DEVE guardare Fed, non giustificano ancora un taglio. Se il PIL dovesse arrivare effettivamente sui numeri che Atlanta Fed ha proiettato, forse potremo cominciare a parlarne.

Per ora però tali dati mancano – e Jerome Powell di Federal Reserve ha già detto più volte che non ha alcuna intenzione di mettere mano i tassi a meno che non ci siano dati che spingano in tale direzione.

  • Sì, il governo è conscio del rischio

Scott Bessent, nuovo Segretario del Tesoro, ha spiegato che il rischio recessione non è da escludersi. E ha anche aggiunto che il governo ne è conscio e che in realtà non vive la cosa come un problema.

Gli USA, almeno secondo il punto di vista del governo attuale, sono davanti a un momento topico: va tagliata la spesa pubblica, vanno riequilibrati i rapporti commerciali con partner (e anche con chi partner non è). Costi quel che costi, dice l’amministrazione, si farà. Anche se quel costo dovesse essere una recessione di breve periodo.

  • Sì, per Federal Reserve in gioco anche la sua indipendenza percepita

Federal Reserve tiene molto – per motivi facilmente comprensibili – alla sua indipendenza. Cedere su pressioni del governo – per quanto ci siano stati tentativi anche in passato in tal senso – sarebbe una resa che getterebbe una macchia enorme anche sull’eredità storica della reggenza di Jerome Powell. Difficile immaginare che si possa procedere in questo senso.

Cosa sono le Greenspan Put?

Sono un meme che circolava prima di internet a Wall Street. Un modo scherzoso di chiamare certi interventi di Fed quando a capo c’era Alan Greenspan, da sempre molto attento ai problemi dei mercati finanziari (più che a quelli dell’economia reale, dicono i maligni).

Put è il riferimento alle opzioni utilizzate a tutela delle correzioni – e ciò che si voleva indicare è che i mercati in quel periodo operavano come se avessero avuto sempre uno scudo offerto gratuitamente da Fed.

Ora si parla di Trump Put – che però – almeno secondo le parole dello stesso presidente – non sarebbe in discussione. Ai mercati, dice Trump, non si guarda, almeno in questa fase.

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