Il proposal della discordia – almeno come è stato raccontato sui social – è alla fine passato. Il quorum è stato raggiunto e i sì hanno vinto per ampio margine. Parliamo del proposal per riportare la supply di $CRO a 100 miliardi, proposal che è stato già ampiamente discusso sia su queste pagine sia sul nostro Canale Telegram Ufficiale e che ora diventerà realtà.
Un piano che prevede la re-emissione di una quantità importante di token, di fatto neutralizzando i burn avvenuti in passato e che ha visto la community spaccarsi tra chi crede nel piano di chi lo ha proposto (liquidità per sostenere una maggiore integrazione di Cronos con la finanza tradizionale) e chi invece ha guardato soltanto ai numeri.
Il prezzo di $CRO a mercato non ne ha risentito e anzi oggi il token è tra i più forti in una fase di mercato non esattamente brillante. Segno che i mercati avevano già prezzato tutto – almeno sul breve. Vediamo di capire di cosa si tratta nello specifico e perché sarà importante.
Quando le partire sono importanti, quando le decisioni sono così nette, è più che normale che ci sia anche del disappunto. Il voto è passato, il quorum (ovvero la quantità necessaria di voti sul totale) è stato raggiunto e si procederà con un proposal che aumenterà – nel tempo – la quantità di $CRO disponibili sul mercato.
L’intero proposal è spiegato qui: si parte dal 2021, quando furono bruciati 70 miliardi di $CRO, in quello che fu un burn tra i più importanti della storia delle criptovalute. Il proposal punta di fatto a neutralizzarlo, immettendo di nuovo sul mercato 70 miliardi di token e riportando la supply totale a 100 miliardi.
Ci sarà un lockup di 5 anni che si aggiunge ad un vesting originale di 5 anni. Ci sarà un unlock mensile e progressivo – e tutto si otterrà di fatto tramite il cambiamento di alcuni parametri del network.
A livello tecnico tutto è ben spiegato qui. Noi possiamo riassumervelo come segue:
=> Inflazione massima portata a 3,7% dall’1% attuale
=> Inflazione minima portata a 1,2% contro lo 0,85% attuale
cronos
I dati si riferiscono al passato e non sono indicatori di risultati futuri.
Si tratta di un cambiamento enorme in termini di tokenomics – e che in molti tra i piccoli detentori hanno contestato. Tuttavia c’è un piano – che i mercati sembrerebbero aver apprezzato, ovvero quello di una maggiore integrazione di $CRO nel trend di avvicinamento della finanza tradizionale al mondo crypto.
Obiettivi che si incrociano anche con quelli di Crypto.com e che sono tra i più ambiziosi in termini di roadmap.
Chi sceglie di partecipare a network dove il consenso ai cambiamenti si raccoglie per token – come se si trattasse a tutti gli effetti di una società per azioni – non può lamentarsi se gli azionisti di maggioranza, almeno ad avviso di chi vi scrive, hanno un peso specifico maggiore.
Si può certamente decidere di evitare di far parte di certi meccanismi, ma parteciparvi e lamentarsi di qualcosa che si sapeva – in trasparenza – non è forse il miglior modo di procedere.
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