Per chi desidera iniziare a scoprire il mondo della web3 è fondamentale avere a disposizione un wallet non-custodial decentralizzato con cui eseguire le operazioni blockchain. A differenza delle piattaforme centralizzate ( Binance, Coinbase, Nexo), dove le criptovalute sono detenute da un’entità terza, un wallet decentralizzato consente di interagire direttamente con le varie entità blockchain senza intermediari. È fondamentale conoscere tutti gli aspetti di questi strumenti per un’operatività senza intoppi e per evitare errori che potrebbero compromettere la sicurezza dei fondi.
In questo articolo spieghiamo del dettaglio cosa sono questi wallet non-custodial, come si installano e come si utilizzano per interagire con i protocolli della DeFi.
I wallet non-custodial sono dei particolari portafogli per criptovalute, che consentono all’utente di avere il pieno controllo dei propri asset. Non sono gestiti da un intermediario di terze parti, come ad esempio un exchange che custodisce le monete virtuali al posto del cliente, ma sono interamente amministrati dall’utente, che ne detiene l’accesso esclusivo attraverso una chiave privata. Tipicamente i wallet decentralizzati possono essere di due tipologie: software o hardware.
I portafogli software, come ad esempio Metamask, Trust Wallet e Rabby, sono delle applicazioni gestibili direttamente da browser o da mobile. Sono ideali per interagire con il mondo delle applicazioni DeFi in modo rapido e veloce. Offrono un’interfaccia semplice, abbastanza comoda ed intuitiva, ma non ai livelli di quelle dei CEX. I software wallet non sono indicati per custodire ingenti quantità di crypto.
Dall’altra parte, i wallet hardware, come Ledger e Trezor, sono dispositivi fisici simili a pennette USB, che consentono di gestire in sicurezza le proprie chiavi private. Questi wallet ( tecnicamente sono dispositivi di firma) offrono una sicurezza maggiore rispetto alle controparti software, e sono più utilizzati per detenere anche importi significativi in criptovalute. Risultano tuttavia scomodi per eseguire le operazioni finanziarie quotidiane di tutti i giorni.
Installare un wallet non-custodial decentralizzato è molto semplice. Nel caso di un portafoglio software, basta andare nel sito web ufficiale del provider ed installare la versione più adatta al proprio dispositivo. Per le estensioni browser possiamo installare versioni per Chrome, Firefox, brave, Opera e Edge, mentre per app mobile dobbiamo scegliere se iOS o Android. L’esempio in figura rappresenta il noto wallet non-custodial Metamask, uno dei più scaricati per quanto riguarda il settore web3.
Per quanto concerne invece i wallet hardware, sarà prima necessario acquistare il dispositivo fisico presso il sito web ufficiale del costruttore e poi installare la versione del software di gestione compatibile con il proprio sistema operativo. Come nel caso del famoso wallet Ledger, troviamo opzioni compatibili con Windows, MacOS, Linux, iOS e Android.
FONDAMENTALE: mai e poi mai acquistare un hardware wallet usato presso rivenditori, anche se lo facciamo da e-commerce affidabili come Amazon. Una volta scaricato Ledger Live ( programma di gestione) si potranno installare i propri indirizzi Bitcoin, Ethereum, Solana ecc. Per maggiori informazioni su come utilizzare il proprio wallet, potete consultare questa recensione sul Ledger Nano S.
In entrambi i casi, sia che parliamo di wallet non-custodial software o hardware, dopo aver installato il portafoglio sarà la volta di un processo IMPORTANTISSIMO per la sicurezza dei propri fondi in crypto. Parliamo dello storage della chiave privata, ovvero della password segreta di accesso all’indirizzo del wallet. La chiave privata, semplificando, è quel codice che consente l’accesso ai fondi, e dunque, va custodita con la massima segretezza.
Andando per gradi, ritorniamo all’esempio del wallet Metamask: una volta scaricato il software , potremmo decidere se importare un vecchio portafoglio o crearne uno nuovo.
Nel nostro caso, clicchiamo su “Create a new wallet”.
A questo punto, dopo aver accettato i dati relativi alla privacy, passiamo alla fase di salvataggio della chiave privata, o meglio della seed phrase. Quest’ultima è una sequenza di 12 o 24 parole inglesi generate casualmente, che servono per ripristinare il wallet in caso di perdita del dispositivo, reinstallazione del software o accesso da un nuovo apparecchio. Per chiarire le differenze, la chiave privata è una stringa di numeri ( accessibile tramite le impostazioni di sicurezza del wallet) che può ripristinare un singolo indirizzo. La seed phrase invece è legata all’intero set di chiavi private generate sullo stesso portafoglio e dunque consente di recuperare tutti gli indirizzi e gli asset associati al wallet
È indispensabile trascrivere le parole generate con la seed in un supporto cartaceo ( meglio metallico) e custodirlo in un luogo sicuro. Meglio ancora creare più copie e custodirle in luoghi diversi, anche se questo ci espone a più rischi in caso vengano rubate. Esistono varie teorie sul metodo migliore per mettere in sicurezza questi dati ( es. trascrivere solo una parte e ricordare l’altra a memoria), l’importante è che vengano custodite gelosamente in un luogo accessibile solo dal proprietario del wallet.
Dopo aver copiato la seed, sarà sufficiente riscriverla su Metamask nel passaggio successivo, come prova che l’avete memorizzata. Da quel momento in poi avete accesso al vostro wallet non-custodial, sul quale potete iniziare a depositare fondi ed interagire con le applicazioni DeFi.
Esistono diversi wallet non-custodial adatti alle interazioni DeFi. La scelta del portafoglio dipende essenzialmente dalla blockchain su cui si necessita di navigare, Nel caso di Ethereum o di reti con lo stesso standard EVM ( Ethereum-Virtual-Machine) possiamo optare per Metamask o Rabby. Secondo vari pareri degli utenti più districati del mondo web3, Rabby rappresenta una soluzione molto più comodo mentre Metamask potrebbe avere bug o problemi di connetitività nel corso del tempo. Se invece volete utilizzare le applicazioni della blockchain di Solana, potete scaricare Phantom o Solflare.
Tendenzialmente, per quanto riguarda il collegamento con le applicazioni decentralizzate della DeFi, i wallet non-custodial funzionano tutti allo stesso modo. In ogni dApp c’è un bottone denominato “connect wallet”, solitamente in alto a destra o al centro, che serve per instaurare una connessione tra portafoglio e applicazione. Ogni volta che utilizzate un servizio, come ad esempio l’exchange decentralizzato Uniswap, dovete cliccare sul bottone. Vi si aprirà un popup dal quale potrete semplicemente confermare il collegamento.
A questo punto si potrà eseguire l’operazione DeFi con il proprio wallet non-custodial. Nel caso di Uniswap, facciamo un esempio scambiando 0.1 ETH per 198 USDC. Selezionamo la valuta che vogliamo cedere (ETH) per quella che vogliamo ottenere (USDC), inseriamo l’importo e clicchiamo su “Swap”. Anche in questo caso si aprirà un popup dal quale dovremo accettare la transazione. ATTENZIONE: negli scambi decentralizzati bisogna pagare una commissione nota come “gas fees”. Nella blockchain di Ethereum ( o nelle reti secondarie EVM) il token con cui pagare questa commissione è ETH. Assicuratevi di avere sempre una piccola scorta nel wallet per poter completare il processo.
L’esempio fornito con Uniswap può essere applicato anche ad altre applicazioni web3, non per forza finanziarie. In ogni caso le fasi ricorrenti saranno quelle di collegare il wallet e confermare la transazione che si andrà a svolgere, pagando le relative fees.
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