Gli americani dicono che è quello che è, quando ci si riferisce a situazioni che non possono essere cambiate dal singolo e vanno accettate. Di quale situazione parliamo? Di quella del mercato degli ultimi 2 mesi, una situazione caratterizzata da grandi tensioni, stanchezza e anche atteggiamento bearish.
La cosa vale sia per il mercato Bitcoin e crypto sia per il mercato azionario americano, con quello europeo che sta seguendo una traiettoria diversa anche grazie al revival del settore difesa. Quanto c’è da preoccuparsi? Quanto è in realtà reazione di breve periodo a norme che però tutti dovevano aspettarsi?
E, cosa più importante, è davvero tutto perduto? Oppure abbiamo spazio per riprenderci, per tornare a crescere, per schivare una recessione e in ultimo per proseguire quella corsa di fine 2024 che aveva fatto entusiasmare molti? I dati sui quali ragionare sono molti,
Il primo aspetto da trattare riguarda le fonti delle preoccupazioni. È innegabile che tutti siano fortemente preoccupati dal futuro dell’economia USA, che soltanto 2 mesi fa sembrava un Golia che nessun Davide sarebbe stato in grado di abbattere. Il metro della paura è ancora molto in basso. Su tutti i mercati l’indicatore di CNN indica 22 su 100, il che vuol dire paura estrema.
Per quanto questi indicatori non siano sempre precisi, quando sono così netti fotografano quanto sta accadendo sul mercato senza errori.
Siamo su livelli fear molto elevati da un po’, almeno da quando sono partite le sparate sui dazi, poi in parte rientrate e successivamente quando è stato semi-annunciato un piano dell’amministrazione Trump che appunto terrorizza i mercati. Se ci sarà recessione, parafrasiamo quanto detto da Scott Bessent, segretario del Tesoro, non sarà la fine del mondo.
Il piano è quello infatti di riportare verso il pareggio la bilancia commerciale degli USA anche al fine di ridurre l’enorme deficit del governo federale. Deficit che non è sostenibile sul lungo periodo e inizia a non esserlo neanche sul medio. Questo avrà degli effetti restrittivi sull’attività economica? Pazienza, almeno per il governo.
La reazione dei mercati è però chiara: non piacciono granché questi periodi di incertezza così come non piacciono le decisioni di tagli alla spesa pubblica. E non piacciono neanche i dazi, che si teme che avranno effetti rialzisti sull’inflazione.
È il solito discorso: Bitcoin e crypto, soprattutto sul breve, si comportano come asset risk on – e soffrono tutte le questioni di cui sopra. Con i tassi alti, Federal Reserve che per ora non sembra avere alcuna intenzione di tagliarli (ci torneremo più avanti) – lo scarico è più che giustificato.
Ieri è intervenuto di nuovo – e nonostante l’intervento sia stato di piena apertura, i mercati non hanno comunque apprezzato. È un ciclo di aspettative troppo alte che poi non possono essere rispettate che – speriamo – prima o poi finirà per interrompersi. Ci sono stati errori indubbi nella comunicazione della famiglia presidenziale, ma quanto si sta facendo per il settore è comunque importante. E a nostro avviso bullish sul medio e lungo periodo.
BlackRock ritiene che i mercati non abbiano ancora capito Bitcoin e che sia sbagliato trattarlo da asset risk on. Bitcoin è un asset simile all’oro e dunque vedere delle reazioni di questo tipo sarebbe fondamentalmente sbagliato. Noi siamo d’accordo con BlackRock, ma alla fine le sentenze, soprattutto sul breve, le emettono i mercati e non gli analisti.
Abbiamo parlato in lungo e largo di recessione già qualche settimana fa, quando l’ipotesi sembrava essere più remota di oggi. In realtà diversi degli indicatori che dovrebbero segnare l’arrivo di una recessione mancano ancora all’appello.
Il mercato del lavoro continua a essere solido, la disoccupazione lontanissima dal far pensare alla possibilità di una forte contrazione economica. Le vendite retail a febbraio sono cresciute (per quanto Jerome Powell abbia avvisato su una prossima riduzione della spesa dei consumatori).
Tenendo conto del contesto – che rimane comunque quello di tassi di interesse molto restrittivi – non siamo nel peggiore dei mondi possibili. E dunque almeno per ora – sottolineiamo: almeno per ora – non sembra ci siano grandi avvisaglie.
Tant’è che nella sua ultima conferenza stampa Jerome Powell ha detto di volersi prendere del tempo. L’economia, ha detto il Presidente di Federal Reserve, è ancora in ottime condizioni e non c’è dunque alcun tipo di fretta nel tagliare.
C’è qualcosa che Jerome Powell ha affermato durante la conferenza stampa post-FOMC e che in tanti hanno ignorato: si aspetta che l’effetto dei dazi sia di breve periodo. Ovvero ci saranno delle reazioni da parte dell’inflazione – e dell’economia – e poi si dovrebbe tornare alla normalità.
La cosa comanda comunque prudenza a Federal Reserve, ma comunque, almeno secondo l’analisi di Fed, non è il caso di fasciarsi la testa prima del tempo.
In situazioni del genere, e con i dati disponibili oggi, c’è la possibilità ancora che si eviti la recessione. Una recessione che per gli asset risk on come Bitcoin e crypto sarebbe la peggiore delle sciagure.
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