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Analisi on-chain della crypto Ripple (XRP): gli holders non mollano

Ripple (XRP) è davvero in forma in questo momento. Cosa ci aspetta da qui ai prossimi mesi?

Ripple (XRP) è una delle criptovalute più chiacchierate del momento: dopo la chiusura definitiva del caso con la SEC, che aveva condizionato gli ultimi 4 anni di price action, ecco che la moneta torna sotto i riflettori. Molto significativa la sua resilienza grafica, che nonostante il crollo del mercato crypto, è rimasta ad un livello di prezzo molto interessante.

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Anche nel pair XRP/BTC troviamo un segnale di forza non indifferente, mentre altre altcoin segnano minimi pluriennali nelle proprie chart. 

Dalle analisi on-chain emerge un comportamento impeccabile degli holders di Ripple, che nonostante il pump degli ultimi mesi, sembrano non essere disposti a vendere. Fin quanto potrà durare questa fase di hype? Fin dove si spingerà XRP? Ne parliamo in questo articolo.

Gli holders di Ripple (XRP) mantengono solide le proprie posizioni

Un comportamento curioso dei detentori della criptovaluta Ripple (XRP) riguarda il modo con cui gestiscono le proprie posizioni. Attualmente, secondo i dati Glassnode, il 91,4% della supply circolante della moneta siede in profitto, con i prezzi a ridosso dei massimi storici. Nonostante ciò, la struttura grafica di XRP non lascia intendere, almeno sulla carta, ad un possibile drawdown del supporto dei $2 dollari. Rispetto ad altri token, Ripple sembra resistere al peso dei ribassisti, sospinto dalla fedeltà dei suoi holders che non ne vogliono sapere di perdere un potenziale treno. Verosimilmente la chiusura del caso della SEC, a cui ci si stava avvicinando già da mesi, ha agito come deterrente per una vendita impulsiva da parte degli investitori di lungo termine.

Contestualizzando queste osservazioni con i dati on-chain, notiamo alcuni dettagli interessanti. Prendiamo in esame l’indicatore “XRP: HODL Wavesche evidenzia la percentuale di supply della criptovaluta che è stata mossa entro le bande di età fissate nella legenda. In primis emerge che dall’inizio della fase di pump di novembre, gli investitori retail hanno visto una fase di espansione: infatti, le fasce di holders comprese tra 1 mese e 12 mesi, sono cresciute in termini di supply. Ciò significa che gli investitori che hanno movimentato coins in quel lasso di tempo, sono stati i protagonisti del movimento rialzista di XRP.

Nell’ultimo mese invece, abbiamo osservato una leggera riduzione delle entità appena descritte, con un parallelo aumento delle fasce di monete più “anziane”. In particolare la percentuale degli holders a 7-10 anni è aumentata dall’1,6% al 3,7%, una crescita di circa il 130% come supply controllata. Allo stesso tempo c’è stato un  lieve incremento anche delle fasce a 3-5 anni e di quelle a 1-2 anni, a dimostrazione del fatto che il focus è passato dai retail agli investitori di lungo medio e lungo periodo.

HODL waves Ripple XRP
Fasce di età di supply attivaFonte dati: https://studio.glassnode.com/charts/supply.HodlWaves?a=XRP&mScl=lin&pScl=lin&s=1711015295&u=1742551295

Per XRP è fase di euforia: fin quanto potrà durare?

La barriera degli holders storici di Ripple (XRP), che non si accontentano di vendere alle quotazioni attuali, potrebbe alimentare una nuova leg up per la criptovaluta. Secondi i dati on-chain dell’indicatore “XRP: Long Term Holder NUPL”,  che traccia i profitti e le perdite non realizzate delle UTXO di almeno 155 giorni, ci troviamo in una fase di euforia. La metrica serve per valutare il comportamento degli investitori a lungo termine e determinare le loro possibili mosse future. Comparando i risultati con i dati degli scorsi cicli bullish del 2017 e 2021 troviamo relazioni molto importanti.

Innanzitutto è bene osservare che momenti di euforia ( linea blu)  come questi, storicamente hanno segnato un top del mercato. Allo stesso tempo però, notiamo come durante il 2017, tale euforia è durata addirittura 11 mesi ( di cui 7 mesi bullish fino al top, poi 4 mesi bearish). Ai giorni nostri,  sono passati appena 3 mesi dal momento in cui è scattato il trigger dell’hype, dunque potremmo avere dinanzi altri mesi di price action rialzista. Se la storia si ripeterà come nel 2017, ci sarà quantomeno un’altra leg verso nuovi massimi storici.

D’altro canto però, nel 2021 la parte di euforia è durata appena 1 mese, testimoniando come il sentiment di mercato può cambiare da un momento all’altro. In quel contesto c’era tuttavia un outlook completamente diverso da quello attuale, gravato dal peso delle fresche accuse della SEC, che mettevano in dubbio il futuro di Ripple. Nel 2021 XRP non toccò nemmeno un nuovo massimo storico, a supporto del fatto che era un anno piuttosto particolare per la moneta. 

XRP indicatore long term
Net Unrealized Profit/Loss, UTXO con più di 155 giorniFonte dati: Glassnode

Fino a dove si spingerà Ripple?

Difficile fare previsioni sul prezzo futuro di Ripple (XRP). Verosimilmente, se gli holders di lungo periodo manterranno il loro assetto attuale, ci aspetterà un’altra fase bullish. Detto ciò, possiamo stabilire con ragionevole certezza dove NON arriverà la criptovaluta. Infatti anche se i dati on-chain rilevano una certa somiglianza con il 2017, non possiamo di certo affermare che si ripeteranno gli stessi moltiplicatori sul valore dell’asset. In quell’anno, XRP salì da circa $0,006 fino a $2,76, per un apprezzamento di 46 volte la quotazione inziale.

Ad oggi pare assurdo considerare una performance simile a quella del 2017, visto e considerando gli attuali limiti dati dalla capitalizzazione di mercato dell’asset. Basti pensare che un aumento anche “solo” di 12 volte il prezzo attuale porterebbe XRP ad avere una market cap simile a quella di Bitcoin: un’ipotesi fuori da ogni logica. 

paragone market cap
XRP con la market cap di BTCFonte dati: https://marketcapof.com/it/ripple/bitcoin/

Vista la fallacia di un approccio orientato ad “indovinare” il futuro della moneta, non ci resta che focalizzarci sull’evoluzione dei dati relativi alle ownership della supply della moneta e al sentiment degli investitori di breve e lungo periodo. Monitorando questi indicatori potremo delineare scenari più verosimili, evitando previsioni sensazionalistiche e concentrandoci su ciò che i dati realmente ci suggeriscono.

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