BaFin, l’omologa di CONSOB in Germania, ha interrotto la procedura di autorizzazione che riguarda USDe, lo stablecoin emesso da Ethena e ne ha pertanto vietato la distribuzione sul territorio europeo, in ottemperanza di quanto previsto dal MiCA. Il comunicato stampa di BaFin non entra in realtà granché nello specifico: vengono citate irregolarità per quanto riguarda le riserve (che nel caso di USDe sono una combinazione di asset crypto e di futures short per mantenere il peg).
Non ci aspettavamo, a dire il vero, nulla di diverso. USDe, in combinazione con sUSDe è chiaramente un titolo finanziario secondo le leggi del grosso dei paesi del pianeta. Offre rendimenti, che ottiene principalmente dai funding rate dei derivati che utilizza a copertura delle sue posizioni, come avevamo già spiegato qui al lancio del token.
Prodotti finanziari complessi, che difficilmente avrebbero ricevuto l’OK da una qualunque delle autorità europee. BaFin ha ordinato il sequestro degli asset a riserva di USDe (cosa che probabilmente sarà impossibile da eseguire dato che non dovrebbero essere nel raggio di azione delle polizie UE) e comunque lo stop alla commercializzazione degli asset verso i cittadini europei.
Il commento di Ethena
Ethena Labs, la società che gestisce il token e che ne amministra anche le riserve, ha affidato il suo commento al proprio account X ufficiale:
Sin dal suo inizio, Ethena ha esplorato diverse opzioni e giurisdizioni per il proprio business riguardo la regolamentazioni e come risultato abbiamo diverse entità all’interno della nostra struttura che aiutano la creazione del token e la sua conversione. Un’autorizzazione via MICA per Ethena GmbH [La società tedesca del gruppo, NDR] era una di queste opzioni.
E hanno poi aggiunto:
Siamo stati informati del fatto che la richiesta di approvazione MiCA non sarà approvata. Mentre siamo delusi dalla decisione, continueremo a valutare altri framework. Per essere chiari: questa decisione non impatta sui listing attuali di USDe né la creazione dei token e la loro conversione tramite Ethena BVI (che serve il grosso degli utenti che mintano il token) e USDe rimane pianamente coperto. Nessun asset è stato congelato e tutto rimane disponibile per la conversione. Aggiorneremo i nostri termini di servizio la prossima settimana.
Il riferimento al possibile congelamento dei fondi è una risposta a quanto contenuto nel comunicato stampa di BaFin, che ha parlato di ordine di sequestro per tutti gli asset che fanno da backing per USDe. Asset che non trovandosi in Europa, difficilmente finiranno nelle mani delle forze dell’ordine tedesca.
Un comunicato forse improvvido nella scelta di parole e che avrebbe potuto scatenare il panico.
Con il no a USDe potrebbe dichiararsi già conclusa l’esperienza dei token di questo tipo all’interno del MiCA. È evidente che offrire un token che mantenga l’ancoraggio al dollaro tramite un sistema di long spot e short futures non sia fattibile. Così come non sembra sia probabilmente fattibile offrire stablecoin con rendimento ai cittadini europei, cosa che costituisce offerta di titoli finanziari e avrebbe bisogno di un’offerta separata.
Ci eravamo già espressi sul tema anticipando la vera natura del token, confermata ora anche da BaFin. Si stanno tecnicamente comprando quote, frazionate, di un fondo che fa carry trade approfittando dei funding rate su Ethereum – ne abbiamo parlato qui oggi in relazione agli ETF – che sono generalmente positivi, ovvero dove i long pagano gli *short.