Niente di nuovo dalle stime che avevano causato un po’ di agitazione nel corso della giornata di oggi. Il modello di Atlanta Fed, GDPNow, ha restituito come proiezione un -1,8% secondo le attese. Niente di nuovo dunque, per un modello che come abbiamo detto questa mattina h comunque tutti i suoi limiti e dovrà essere corroborato, a tempo debito, dai fatti.
Sul tavolo c’è sempre la solita questione, quella della recessione negli Stati Uniti. Ipotesi della quale prima dell’arrivo di Donald Trump si discuteva in realtà molto raramente – e soltanto nei circoli degli acchiappaclick – e che ora invece sembrerebbe essere tornata, con una certa prepotenza, ad affacciarsi nelle discussioni sullo stato economico della prima potenza globale.
La questione riguarda anche, molto da vicino, l’andamento di Bitcoin e crypto, che in realtà non abbiamo mai visto operare in termini di mercato all’interno di una recessione. La cosa si può leggere in due modi, sempre però facendo uno sforzo importante, ovvero quello di ritenere buoni i modelli di Atlanta Fed.
Recessione alle porte? Calma.
Sono circa 6 settimane che Atlanta Fed offre con GDPNow dati poco edificanti sulla situazione dell’economia USA. In breve: dopo l’introduzione dei dazi, che hanno modificato in modo importante alcuni dei parametri del modello, si è passati sempre secondo suddetto modello, da una situazione che sembrava escludere quasi completamente la possibilità di una recessione, ad una situazione di contrazione importante.
Il punto fondamentale, prima che a qualcuno venga voglia di salvarsi questo articolo per venire a farci le pulci quando magari la recessione non si materializzerà: è un modello, neanche il più affidabile – e fondamentalmente sembra fare più paura sui social che ai piani alti della politica monetaria degli Stati Uniti.
Non possiamo dire ora se avrà la meglio questo modello, oppure se quanto descritto da Atlanta Fed sia eccessivo. Quello che ci interessa è capire che tipo di reazioni potrebbero esserci sia dal mondo di Bitcoin, sia da quello del resto del mondo crypto.
Tre possibilità: ecco quali
In realtà le possibilità che riteniamo essere sul tavolo sono tre:
- Recessione: tagli subito, Bitcoin e crypto correggono e poi partono definitivamente
Sarebbe il quadro migliore possibile. Accenni di recessione che indicherebbero aFederal Reserve di essere in ritardo sulla politica monetaria. Cosa che vorrebbe dire tagli, magari, ma maledetti e subito, proprio come li vorrebbero i mercati. Di fronte a una recessione quelli che sono asset che si comportano spesso come risk on probabilmente subirebbero una correzione importante, per poi tornare a ruggire anche in virtù dei tassi finalmente… bassi.
- Mini-recessione: Fed tentenna, correzione e lateralizzazione
Ovvero una lettura negativa per poi avere una ripresa quasi immediata. Sarebbe il peggior caso possibile per Jerome Powell, che non sembrerebbe prendere almeno per il momento neanche in considerazione la possibilità che ci siano delle recessioni prolungate. O almeno questo ci è parso di capire durante la sua ultima uscita pubblica, dove ha detto che crede che al massimo l’effetto dei dazi sarà momentaneo.
- Nessuna recessione: il miglior caso possibile?
Sì, quello del soft landing, per quanto costerebbe ulteriori ritardi ai tagli ai tassi che soprattutto il mondo altcoin attende con grande ansia, sarebbe il migliore degli scenari possibili. Questo perché ci eviteremmo quegli sconquassi in borsa che difficilmente lascerebbero in grado di continuare la corsa i mercati crypto. C’è ancora la possibilità? Lo vedremo presto – per noi sì, ma serviranno dati scaccia… Fed Atlanta.