I dati macro che si attendevano per oggi non hanno modificato granché il clima che si respira sui mercati. PIL per l’ultimo trimestre del 2024 confermato (e non è quello il trimestre che, ragionevolmente, interessa i più), così come è stato confermato anche un mercato del lavoro che tutto sommato tiene. PCE in linea con le aspettative, per un nulla di fatto che le piazze USA hanno prima preso male, poi cancellato.
Per Bitcoin e crypto rimaniamo nella stessa situazione, almeno dal lato macro, di prima. A dominare la scena sono più gli annunci estemporanei che riguardano eventuali dazi e mosse economico-politiche di Trump che altro.
Una situazione che sta stancando molti, ma che almeno a guardare ai dati è per oggi la migliore che abbiamo oggettivamente sul tavolo. Certo, a aprile vedremo la reazione del PIL (delle prime proiezioni) a quello che è stato un periodo relativamente caotico sotto il profilo delle dichiarazioni politiche e dei cambiamenti del commercio internazionale, ma per ora è inutile fasciarsi la testa prima del tempo.
Saremmo in una botte di ferro. Le domande per sussidi di disoccupazione rimangono non solo molto vicine alle aspettative, ma anche in linea con le letture precedenti. Il che vuol dire che almeno da quel fronte di grandi fonti di preoccupazione non ce ne sono. Almeno per adesso.
Delle diverse grandezze macro interessanti per capire il futuro delle scelte di Federal Reserve, il mercato del lavoro è di gran lunga la migliore. Non c’è spinta eccessiva sui prezzi, non c’è un grande aumento di disoccupati. Se dovessimo guardare solo a questo specifico fattore, saremmo in una botte di ferro.
Bitcoin e crypto stanno comunque dimostrando una certa tranquillità, per quanto le mattane delle borse USA continuino a agitare, per quanto in proporzioni più che controllabili, le quotazioni alla riapertura delle borse USA.
Lo abbiamo ripetuto e continueremo a ripeterlo fino allo sfinimento. Ad oggi, quindi è in discorso che vale qui e ora, non ci sono le condizioni per pensare a dei tagli. L’economia non ha grossi segnali di stress – al netto delle previsioni di qualche modello – e il livello di crescita dei prezzi non ha ancora mostrato di poter puntare con agilità verso il target del 2%.
Trump vorrebbe dei tagli, ma non sarà accontentato prima che cambi qualcosa, in un verso o nell’altro. Ovvero prima di vedere una difficoltà dell’economia (caso peggiore, almeno a nostro avviso) oppure prima di vedere una riduzione della velocità con la quale i prezzi crescono.
I dazi che saranno introdotti in larga parte a aprile potrebbero inoltre causare un revival dell’inflazione – cosa della quale si deve tenere certamente conto prima di farsi travolgere da qualche facile entusiasmo per il ritorno alla normalità fatta di tassi bassi e abbondanza di liquidità sui mercati.
Aprile ha tutta l’aria di essere il mese della resa dei conti. Non solo avremo le prime proiezioni sul PIL per quanto riguarda il trimestre che va a concludersi, ma dovremmo sapere in via semi-definitiva di cosa ne sarà di quel volano di benessere che – piacerà a pochi ma è così – il commercio internazionale.
Lo scenario migliore è che tutti tornino a più miti consigli e che i dazi complessivamente siano molto più bassi di quelli che si vociferano ora. Questo, combinato con un soft landing, ovvero un ritorno a tassi più bassi senza una recessione, sarebbe lo scenario migliore tra quelli possibili per il mondo crypto e Bitcoin.
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