Decimo giorno consecutivo di inflow, ovvero di afflussi verso gli ETF USA che investono in Bitcoin. Certo, non sono cifre entusiasmanti – parliamo di 89 milioni di dollari netti – ma è comunque un segnale del fatto che le cose, tra istituzionali e retail – si sono separate in modo netto e continuano a esserlo.
C’è ancora domanda da parte degli istituzionali, come riportato su The Block da Min Jung di Presto Research. Conclusione che è lapalissiana per chi si preoccuperà di dare uno sguardo ai numeri. Mentre il prezzo di Bitcoin sta cincischiando, all’interno di una più ampia fase di incertezza dei mercati finanziari tutti, c’è chi continua a accumulare Bitcoin.
Sembrerebbe pertanto aver prevalso la lettura di Larry Fink dell’asset Bitcoin: è un asset che è assicurazione ultima verso i disastri monetari e ogni portafoglio dovrebbe valutare un allocazione. I flussi hanno rallentato – e non potrebbe essere altrimenti in una fase di mercato di questo tipo – ma l’essere tornati in positivo da 10 giorni è un segnale che non può essere ignorato in alcun modo.
La cricca di Larry Fink va in direzione ostinata e contraria
Certo, non c’è soltanto BlackRock – che come vedremo non è certamente l’eccezione in questa fase comunque di forza degli ETF Bitcoin– ma è tutta di questa società la narrativa che sta riuscendo a imporre Bitcoin anche a certi piani. I numeri non sono ancora quelli di un tempo? Pazienza: la fase di mercato è quella che è – e aver avuto comunque 10 giorni consecutivi di inflow la dice lunga sull’enorme discrepanza tra il sentiment dei retail, i piccoli investitori terrorizzati da una fase di lontananza dai massimi.
Giorno | Totale |
---|---|
27 marzo | +89 milioni |
26 marzo | +98,6 milioni |
25 marzo | +26,8 milioni |
24 marzo | +84,2 milioni |
21 marzo | +83,1 milioni |
20 marzo | +165,7 milioni |
19 marzo | +11,8 milioni |
18 marzo | +209,1 milioni |
17 marzo | +274,6 milioni |
16 marzo | +41,3 milioni |
Perché crediamo che siano gli istituzionali? Perché il grosso di questi flussi è arrivato da BlackRock, con tutti gli altri ETF fermi al palo, segnale che è il più istituzionale (e quello che ha più contatti diretti con gli istituzionali) a guidare una fase di relativo riposo.
Una differenza di orizzonti anche temporali
La differenza è anche negli orizzonti temporali. Una parte rilevante degli investitori retail continua a trattare Bitcoin come asset da sfruttare per delle salite rapide, probabilmente poi per passare ad altro. Una situazione che è molto diversa da quella degli istituzionali, che probabilmente seguendo le indicazioni di Larry Fink hanno orizzonti molto più ampi.
Qualcosa che i retail forse impareranno con il tempo – e con le dure lezioni di aver venduto a meno di 80.000$ un asset che agli istituzionali piace tanto – e che probabilmente, come diciamo da tempo anche un po’ scherzando, è qui per… rimanere.