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BCE ancora CONTRO crypto e stablecoin. Piero Cipollone spinge sull’Euro Digitale

Da Osijek Piero Cipollone ripete l'allarme: Euro Digitale o morte digitale per l'UE. Attacco a stablecoin e crypto.
1 giorno fa
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Ora è ufficiale: l’Euro Digitale fungerà, almeno negli intenti della Banca Centrale Europea, come alternativa alla diffusione delle criptovalute. Piero Cipollone è intervenuto a Osijek e ha ribadito i perché dell’urgenza di una nuova forma di euro.

Pagamenti transnazionali, la necessità di liberarsi del duopolio americano Visa e Mastercard (pur senza citarlo), offrendo però quello che a molti, al termine della lettura di questo approfondimento, sembrerà il più classico ircocervo. Una soluzione tecnologica che – per il poco che ne sappiamo fino ad ora – servirà anche a non scontentare le banche e a difendere il loro oligopolio su pagamenti e depositi anche e soprattutto contro l’arrivo degli stablecoin, che ora sono minacciosamente branditi dagli USA come arma per perpetuare il dominio del dollaro USA.

In queste condizioni, l’Euro Digitale non è apparso mai così urgente, almeno dalle parti di BCE, che evidentemente ha aggiunto al proprio mandato, senza che lo sapesse nessuno, anche la tutela del valore dell’Euro e della sua diffusione anche in campo internazionale.

L’intervento di Piero Cipollone a Osijek

L’intervento di Piero Cipollone ha avuto luogo su un palcoscenico d’eccezione, che è quello del meeting dei governatori regionali, palcoscenico più che adatto e sufficientemente solenne per spingere, ancora, sull’urgenza dell’Euro Digitale. A cosa servirà l’Euro Digitale?

  • Rimesse

È una novità. Sembra che da BCE si siano accorti che le rimesse dei migranti siano molto costose in termini di commissioni. I money transfer, che gestiscono un business molto complicato e che comporta dei costi (anche in termini di spostamento fisico di contante), rilevanti.

Il problema è stato uno dei più urgenti da risolvere anche per il mondo crypto, basti pensare al fatto che proprio sulla soluzione di questo problema si basa una parte enorme della narrativa di utilità di Ripple. Secondo Piero Cipollone:

Negli ultimi decenni c’è stato un importante aumento dei pagamenti oltre-confine, spinti dalla globalizzazione degli scambi e dai flussi di capitali e di persone. I pagamenti oltre-confine arriveranno, secondo le proiezioni, a 268mila miliardi per il 2030. Nonostante però l’espansione significativa, rimangono molto costosi e inefficienti.

Già da qui però emerge quello che per Cipollone è il nemico pubblico numero uno: gli stablecoin che ora trovano nel governo degli Stati Uniti un potente alleato, che ha deciso di utilizzarli anche a conferma e sostegno del dominio del dollaro sui principali scenari internazionali.

In aggiunta, la spinta degli Stati Uniti per mantenere la dominance del dollaro a livello globale tramite la promozione di stablecoin presenta le sue sfide. Mentre gli stablecoin potrebbero essere considerate una soluzione al problema, in realtà creano nuovi problemi che hanno bisogno di soluzioni. Se non sono regolati tramite i principi FSB (cosa raggiunta in Europa tramite la regolamentazione dei mercati dei crypto asset), non possono convertire la convertibilità e sono suscettibili a bank run.

Qui in realtà non crediamo che Cipollone stia rappresentando la verità: è vero che gli stablecoin sono ora spinti dagli USA a tutela del dominio del dollaro, non è vero che siano soggetti a bank run più di quanto lo siano ad esempio le banche. Anzi, non operando con riserva frazionaria, ma conservando le riserve al 100%, ne sono molto meno soggetti.

Al contrario, il più grande dei problemi per uno stablecoin di grande diffusione, USDC, derivò proprio dal fallimento di Silicon Valley Bank, banca più regolamentata, che improvvisamente diventò non più in grado di far fronte alle proprie obbligazioni. Un modo, se ci è consentito, curioso di rappresentare la realtà.

Sì, ok, ma chi paga?

C’è un alto aspetto sul quale torneremo quando – finalmente – le specifiche tecniche dell’Euro Digitale saranno disponibili. Piero Cipollone continua a parlare di gratuito, per quanto almeno a quanto ci risulti, le infrastrutture, i consulenti, gli sviluppatori, la manutenzione — sono tutte cose che andranno pagate.

Se saranno fondi dei contribuenti a pagarle, sarà gratis per gli utenti, che però finiranno per pagarlo in via indiretta tramite tassazione.

Sul fatto che possa diventare adottato a livello internazionale, come sogna Cipollone, continuiamo a nutrire i nostri dubbi. Le versioni di stablecoin basate sull’euro non hanno mai avuto successo, in un regime di pieno libero mercato dove erano gli utenti a decidere. Senza che ci sia la possibilità di imporlo in paesi terzi, cosa dovrebbe esattamente far cambiare atteggiamento chi non vi sarà obbligato?

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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