Crollo – prevedibile – per le borse americane in reazione ai dazi annunciati ieri da Donald Trump. Guidano le perdite, che in alcuni casi hanno superato la doppia cifra percentuale, le principali aziende con manifattura all’estero. Male Nike, male Apple, male Dell, Ralph Lauren e più in generale appunto tutte quelle la cui produzione avviene in paesi colpiti dal livello più alto dei dazi, come Cina e Vietnam.
In quello che è un disastro assoluto e totale per il settore azionario – le crypto seguono la stessa strada, crollano anche se non replicando, come talvolta fanno, a leva l’andamento del NYSE e del NASDAQ. Non tutti i mali vengono per nuocere? La situazione in realtà rispetto alla tarda serata di ieri è assolutamente identica, e possiamo dire anche di aver condotto, intorno agli 81.000$, una battaglia relativamente eroica.
Ora ci sarà la questione di quando trovare un bottom prima a Wall Street che nel mondo crypto. I fondamentali macro usciranno probabilmente condizionati da dazi che si sono rivelati essere molto più alti delle previsioni.
Il disastro per ora interessa tech e abbigliamento
Anche se non solo. Comunque a stupire in negativo sono quelle aziende che utilizzano semilavorati e componentistica nel Lontano Oriente – in particolare Vietnam e Cina, che come abbiamo visto nella live di ieri sera sono stati tra i due paesi più colpiti e soprattutto tra i due paesi maggiormente utilizzati da talune grandi aziende USA.
Un disastro annunciato? Neanche troppo – perché i mercati fino a ieri avevano scontato la possibilità di dazi del 20% Estesi a tutti. Non è stato così: ne è venuta fuori una tabella di dazi applicati in misura del 50% rispetto a un calcolo però assai bizzarro condotto dallo staff della Casa Bianca.
Bitcoin torna in quota 82.000$., dopo aver lottato per buona parte della mattinata americana sotto questa soglia. Il resto del mondo crypto è tutto sommato in linea, perdendo mediamente quanto hanno perso i principali indici americani.
Che tipo di segnale è? Il primo, ovvio, è che Bitcoin è ancora lontano, anzi lontanissimo da comportarsi come l’oro (che intanto fa nuovi record) in situazioni di crisi e confusione. Il secondo è che probabilmente in un’altra fase di mercato – e senza il sostegno di tante buone notizie – staremmo navigando anche con BTC su livelli di prezzo molto più bassi.
Cambia complemente il quadro macro?
Sì. Dollaro parecchio debole, ritorni del debito USA in calo, una nuova gatta da pelare per Jerome Powell, che si troverà davanti un’economia che almeno sul breve vedrà pressioni inflative e un rallentamento del prodotto interno lordo.
Due situazioni che vanno al contrario del mandato di Fed, che è – lo ripetiamo per gli smemorati – quello di mantenere l’occupazione ai massimi e possibilmente anche l’inflazione al target del 2%.
Riuscirà Jerome Powell nella sua impresa? La Compagnia dell’Anello che si riunisce al FOMC come potrà reagire? I tagli sono ormai fuori discussione? O arriverà la crisi a mordere certe convinzioni e certe convinzioni integerrime?
Oggi la percentuale di tagli già a maggio scontata dai mercati è arrivata quasi al 20%. Ieri era al 10%. Ancora poca cosa, ma chissà.
Mi permetto segnalare l’articolo di cui al seguente link
https://24plus.ilsole24ore.com/art/i-dazi-primo-step-strategia-trump-bond-100-anni-il-debito-usa-AG5TALuD
Mi pare interessante.
Cordiali saluti.
In che senso interessante?
Finché al comando ci sarà un buffone come Trump c’è poco da stare allegri
Il Bitcoin prima di tutto segue le emozioni delle perone e i transiti parlano chiaro..i. Questo momento cè confusione ma poi le cose inizieranno a riprendere, perché si sistemano bene i transiti e comincerà a girare per chi ha saputo pazientare.Perche siano in un momento katartico.dove 80% perde e 20% vince..
Però per favore, togliamo l’articolo davanti Bitcoin.