Parla Jerome Powell e in concomitanza Donald Trump affida ai social network un attacco diretto al Presidente di Federal Reserve, invitandolo a tagliare i tassi. Un conflitto, quello che vi stiamo raccontando, che covava sotto le ceneri da tempo e che oggi – dopo l’annuncio dei dazi che gli USA imporranno al mondo intero – entra in una nuova fase.
Quello che parla è un Jerome Powell tutto sommato tranquillo e che dice che l’economia è forte e che Fed è ben posizionata per affrontare un periodo certamente particolare e difficile, fatto di cambiamenti, ma che potrebbe non trasformarsi una catastrofe.
Nel frattempo Powell non risponde alle critiche, pur sottolineando come siano cambiate diverse questioni in termini politici: dall’immigrazione alla politica fiscale, passando appunto per le politiche commerciali. Jerome Powell ha confermato che finché non ci saranno le condizioni non si taglierà. Inflazione in crescita e economia in rallentamento si contro-bilanciano, lasciando così poco spazio a mosse improvvise.
Sono arrivate in simultanea le critiche da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, affidate al suo social network Truth.
Questo sarebbe il momento PERFETTO per il presidente di Fed Jerome Powell per tagliare i Tassi di Interesse. È sempre in “ritardo”, ma ora potrebbe cambiare la sua immagine, e rapidamente. I prezzi dell’energia sono scesi, i tassi di interesse sono scesi, l’inflazione è scesa, anche le uova sono al -69% e i posti di lavoro crescono, tutto in due mesi. UNA GRANDE VITTORIA per l’America. TAGLIA I TASSI DI INTERESSE, JEROME, E SMETTILA DI FARE GIOCHI POLITICI!
Un messaggio duro (il maiuscolo è tutto del presidente), che però Jerome Powell si è rifiutato di commentare.
Continuano a rispondere mediamente meglio dei mercati azionari – basti vedere qui la situazione. Permane però la convinzione, probabilmente corretta, che i tagli siano necessari per rivedere nuove corse verso i massimi, in particolare da parte del settore altcoin.
Preoccupazioni che però passano in secondo piano rispetto a quanto sta avvenendo comunque su mercati tradizionali.
Jerome Powell sembra giustificare la reazione dei mercati – che dalle parti di Bitcoin e crypto è stata tutto sommato contenuta – affermando che i dazi che sono stati annunciati dall’amministrazione in carica sono più alti di qualunque previsione fosse stata fatta dagli analisti.
Questo comporta una maggiore incertezza sia sulla quantità degli effetti che produrranno sull’economia, sia sulla durata degli stessi. Chi ci segue ricorderà che in passato, durante la sua ultima uscita pubblica, Jerome Powell aveva affermato di non aspettarsi conseguenze durature.
Ora però le cose sono cambiate, così com’è cambiato il linguaggio di Jerome Powell: è più incerto sulla durata degli stessi e afferma che sarà importante mantenere le proiezioni dell’inflazione sul lungo periodo verso il 2%.
Powell conferma che allo stato attuale delle cose Federal Reserve non agirà – e che attenderà di valutare le ripercussioni dei cambiamenti in termini di politiche di immigrazione, commerciali e dei cambiamenti a livello di regolamentazione imposti dalla nuova amministrazione.
Niente di nuovo dunque, cosa che non sta aiutando i mercati. Ma come avevamo spiegato poco fa* parlando di disoccupazione, sarebbe stato completamente irragionevole aspettarsi dei cambiamenti da Jerome Powell, e soprattutto di vederli annunciare in pubblico in un’occasione che non lo vede comunque parlare dal suo scranno in Federal Reserve.
La situazione è complicata, probabilmente grave, ma Jerome Powell conferma che a suo avviso Federal Reserve è ben posizionata per qualunque tipo di conseguenza dovesse emergere dalle scelte dell’amministrazione, ricordando però al tempo.
Jerome Powell, come da mandato, fa riferimento all’andamento dell’economia e non a quello dei mercati. Ne avevamo già parlato e giova ripeterlo: non sembrerebbe avere alcuna intenzione di muoversi a la Greenspan.
Ovvero intervenendo al solo (o principale) scopo di tenere a galla i mercati. Cosa che, pur nominandola direttamente, possiamo dire che abbia smentito.
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