SEC interviene con un comunicato (relativamente) chiaro sugli stablecoin. Non sono security, ovvero non sono contratti di investimento. A patto di avere delle riserve stabili e di non essere roba strana o algoritmica o basata su complessi giochi con i derivati (vedi USDe?).
A chi ha dimenticato la questione BUSD, sembrerà lapalissiano: come si può pensare che uno stablecoin, che per definizione ha un valore stabile ancorato al dollaro, sia un contratto d’investimento? In realtà però la storia, anche recente, di SEC, dimostra che non era poi così scontato.
Una precisazione e non certamente una nuova norma, che però sarà il caso di capire, anche perché di fermento sul tema, negli USA, ce n’è tanto. E anche perché da questo fermento potrebbe venire fuori qualcosa di nuovo anche in termini di assetto del mercato.
Cosa vuol dire esattamente? Vuol dire che gli stablecoin che sono ancorati al dollaro tramite riserve (USDT, USDC, USDP, PYUSD etc) non devono né registrarsi con SEC né devono essere considerati alla stregua di titoli finanziari.
La cosa potrebbe sembrare scontata – soltanto uno svitato potrebbe pensare altrimenti – ma non lo era per SEC fino a qualche tempo fa. Le agenzie, federali e statali USA, avevano ad esempio attaccato Binance per il suo BUSD, uno stablecoin ancorato al dollaro, che però era considerato almeno in linea di massima una security.
Perché? Perché lo stesso gestore, Binance, offriva su quel prodotto dei rendimenti sul suo crypto exchange. E quindi di fatto un prodotto fruttifero – e dunque una security. Le conseguenze? BUSD fu abbandonato da Paxos – la società che ne gestiva i fondi – proprio per evitare problemi con il regolatore.
In verità la nuova pronuncia di SEC non sembra esprimersi su questi casi. Sarà interessante anche vedere come si sposerà, questa pronuncia, con il tentativo da parte di Brian Armstrong di lanciare negli USA degli stablecoin con rendimento.
Una questione che si incrocia anche con la quotazione di Circle negli USA – della quale avremo modo di parlare più avanti anche sul nostro canale Telegram VIP – dove affrontiamo analisi anche delle azioni legate al mondo crypto.
Rimane il fatto che presto avremo una legge sugli stablecoin negli USA, con due norme che sono ora (in leggero conflitto) che stanno facendo il loro percorso al Senato e alla House negli Stati Uniti.
Stablecoin che sono diventati arma per chi vuole diffondere il dollaro e che pertanto stanno ricevendo un trattamento se non di favore, comunque estremamente diverso da quello della precedente amministrazione. Basterà per dare una spinta, quella spinta di cui ha bisogno il mondo crypto?
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