A seguito dei dazi di Trump, nella serata di ieri il mercato crypto ha virato con forza alribasso. Nelle ultime 24 ore Bitcoin sta perdendo il -7,90%, Ethereum e Solana il -14%, Ripple il -15%. L’apertura notturna del future S&P 500, al momento di questa stesura, registra un -3,54% a 4.915 punti.
Quello che si prospetta è un possibile “lunedì nero” per i mercati finanziari globali. Le cifre impietose dell’andamento di crypto e futures lo preannunciano: oltre all’S&P 500, nella notte aprono anche i future europei e lo Stoxx 600 registra un -4% a 4.633 punti, mentre il DAX segna un -4,45% a 19.970 punti.
A livello storico si parla di “lunedì nero” in riferimento a due eventi principali:
Attualmente, il VIX – noto come “indice della paura” – ha chiuso venerdì a 45 punti, un livello che inizia a urlare panico contagioso. Il VIX misura l’aspettativa di volatilità implicita nei prezzi delle opzioni sull’S&P 500: un valore elevato segnala maggiore incertezza e paura nel mercato. In allegato potete osservare il grafico storico.
Sul nostro canale Telegram criptovaluta.it® Premium Vip, avevamo iniziato a segnalare le anomalie del VIX già a febbraio. Sappiamo che nel mercato crypto non è molto osservato e probabilmente qualcuno non ne comprende ancora il funzionamento, ma si sta mostrando ancora una volta il miglior termometro per segnalare possibili tensioni e rischi sul mercato.
Questo “lunedì nero” non è solo una sequenza di numeri e grafici. È un test per la resilienza dei mercati, per la fiducia degli investitori, per la tenuta di un sistema economico globale messo alla prova dalla guerra dei dazi di Trump contro il mondo.
Questo lunedì, che non è detto debba chiudersi come “nero” se i supporti grafici verranno tenuti, non sarà tuttavia solo un passaggio odierno, ma sarà fondamentale anche la chiusura weekly: per questo la settimana si preannuncia di tensione.
Partiamo ancora una volta dalloS&P 500. Anche se siamo in ambito crypto e c’è la tendenza diffusa a guardare maggiormente il Nasdaq, in quanto indice tecnologico, ci focalizziamo sempre sullo S&P500 perché è quello che comanda, per capitalizzazione e per l’insieme di azioni che include al suo interno.
Il grafico weekly ci mostra una panoramica dell’ultima leg up partita a novembre 2023. L’uptrend dello S&P 500 è invece in atto dai minimi di marzo 2020 a 2.174 punti. Il livello di supporto chiave passa in area 4.830 punti: una chiusura sotto questo livello, soprattutto a livello weekly, sancirebbe l’uscita da questo uptrend di lungo periodo.
Una discesa intraday non ha valore strutturale, mentre una chiusura daily è pericolosa, ma necessita comunque di conferme settimanali.
Analizzando il grafico weekly di Bitcoin, si osserva come il prezzo sia in fase di appoggio sulla media mobile 50 periodi, la stessa che ad agosto scorso aveva sostenuto il prezzo da cui era partito il rimbalzo.
Più in basso, in area 74.000$, passa il supporto statico più volte citato nelle nostre analisi.
Il breakdown di questo livello rappresenterebbe un segnale di inversione del trend, con rischio di discesa verso la Linea Maginot.
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