Il tema più discusso nelle ultime settimane è il crollo dei mercati crypto e degli indici azionari globali. Le cause principali sono ormai note: l’aumento della tensione geopolitica e il lancio di nuovi dazi che fanno temere una guerra commerciale su larga scala.
Focalizzandoci sul mondo crypto, riprendiamo quanto già evidenziato in un precedente articolo, ovvero la crescita della market cap delle stablecoin. Questo dato è particolarmente rilevante nei momenti di incertezza.
In allegato riportiamo il dato attuale, tracciato dal sito specializzato DeFiLlama: la Total Stablecoins Market Cap è pari a 234,145 miliardi di dollari. La dominance di Tether Dollar (USDT) è del 61,71%, seguita da USD Coin (USDC) al 25,78% e da Ethena USDe al 2,21%.
La crescita della market cap delle stablecoin suggerisce che non è in corso un cash out massivo dal mondo crypto verso la finanza tradizionale. La quantità di stablecoin in circolazione svolge funzioni diverse e può essere osservata in modo più dettagliato tramite le metriche on-chain, ad esempio quelle offerte da Glassnode.
Nel grafico allegato “USDT: Balance on Exchanges (Total)”, si nota chiaramente che da inizio marzo c’è stato un decremento della liquidità presente sugli exchange, che può essere stata impiegata in acquisti.
Per chi desidera gestire la propria liquidità evitando l’esposizione alla volatilità, esistono strategie conservative sia nel mondo DeFi che in strumenti ibridi tra crypto e finanza tradizionale. Una possibilità è investire in pool stable-to-stable, ossia fornire liquidità tra coppie di stablecoin in DeFi, per ottenere rendimenti con rischio contenuto e volatilità minima.
Un’altra opzione è investire in prodotti tokenizzati legati al mondo tradizionale, ad esempio:
Chi vuole restare nel mondo crypto senza acquistare asset volatili può contare su varie opzioni di impiego delle stablecoin, con rischio limitato.
Piattaforme come Aave o Compound permettono di prestare USDT, USDC o DAI e guadagnare interessi. Sono tra le soluzioni più consolidate, ma vanno considerati i rischi di smart contract e problemi legati alla collateralizzazione.
Su piattaforme come Curve o Balancer, è possibile fornire liquidità tra stablecoin con rischio di impermanent loss minimo. I rendimenti sono più bassi rispetto a pool più rischiosi, ma la volatilità è praticamente assente.
Protocolli come Yearn Finance permettono di mettere a rendita stablecoin in modo automatizzato ed efficiente. Le stablecoin vengono depositate in vault, che applicano strategie dinamiche ottimizzate tra più protocolli (es. Curve, Aave, Convex).
I rendimenti possono variare dal 4% al 10% annuo. Tuttavia, il rischio non è nullo: restano possibili vulnerabilità nei protocolli o depeg delle stablecoin utilizzate.
Un sistema che rappresenta il trait d’union tra DeFi e TradFi (finanza tradizionale) è Ondo Finance, che incarna perfettamente il concetto di RWA (Real World Assets) grazie al token OUSG.
$OUSG è un token che rappresenta un’esposizione tokenizzata a titoli di Stato USA a breve termine e consente di ottenere un rendimento stabile restando nell’ecosistema crypto.
Esistono due versioni:
Il token può essere integrato nei protocolli DeFi come garanzia, offrendo un modo per combinare sicurezza e rendimento. Nel grafico allegato si può osservare come il l’andamento nell’ultimo mese che ha avuto un incremento dello 0,34%.
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