Anche i ricchi piangono? Non sembrerebbe essere così, perché in realtà Larry Fink ai microfoni di Bloomberg chiude con un laconico stiamo benone. Tuttavia di preoccupazioni per l’andamento dei mercati ce ne sono eccome – e ce ne sono da parte di player che non sono abituati, come noi del mondo crypto, a vivere correzioni del 20% come se fossero pane non quotidiano, ma comunque al massimo settimanale.
È un Larry Fink che comunque lascia aperta la porta all’ottimismo – pur sganciando delle notevoli (ma metaforiche) bombe sullo stato attuale dell’economia internazionale – e anche sull’attuale presidenza USA. USA che, secondo il CEO di BlackRock, sono diventati un forza destabilizzatrice, dopo essere stati per anni invece un punto fermo.
BlackRock è la stessa società che governa il più importante degli ETF su Bitcoin, con Larry Fink che ormai da settimane si spende per l’inserimento almeno di Bitcoin all’interno dei portafogli anche più strutturati e istituzionali.
Larry Fink ne ha dette molte durante la sua intervista per Bloomberg. Le riassumeremo tutte qui, per poi discuterne in modo più approfondito all’interno della nostra live, questa sera alle 21:45.
Il che vorrebbe dire 1 punto base. Fed continua – senza aver aggiornato la questione – a parlare di 2 tagli. I mercati ne proiettano in questo momento di più, per quanto in realtà siano questioni di breve – dovete al crollo dei mercati di questi giorni.
Anche se ha detto di ritenere questa occasione anche una potenziale occasione di acquisto, Larry Fink ha parlato della possibilità che non ci si sia fermati qui con la discesa. Ha parlato del fatto di non escludere un altro 20% di correzione, o meglio, di ritenerlo potenzialmente possibile.
Sì, o meglio, Larry Fink ha affermato che i CEO con i quali ha parlato nel corso di questi ultimi giorni ritengono che si sia già in recessione. I dazi aggiungeranno (o hanno già aggiunto) stress economico e anche pressione sull’inflazione. È il tema forte di questi giorni, di fronte al quale però Bitcoin e crypto hanno mostrato una relativa resilienza. Sono andati giù, non c’è dubbio, ma meno di quanto ci si sarebbe aspettati in circostanze del genere.
Meno di quanto potrebbe sembrare. In realtà a far paura ai mercati più che una situazione di dissesto per l’economia, è l’enorme incertezza che sembrerebbe governare le decisioni della Casa Bianca e di conseguenza la stabilità di certi rapporti, politici ma anche commerciali.
Larry Fink ha parlato chiaramente di USA che sono diventati una forza che destabilizza invece di stabilizzare, con il sottinteso che sarà questo il principale dei problemi da affrontare a stretto giro.
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