Secondo quanto emerso dalle recenti analisi dei flussi on-chain, il noto personaggio Hayden Davis starebbe ancora guadagnando milioni di dollari grazie ai continui cash-out sulla criptovaluta MELANIA, collegata alla First Lady degli Stati Uniti. Davis avrebbe avuto un ruolo centrale nello sviluppo di MELANIA, ma, come in altre occasioni simili, se ne sarebbe approfittato per scaricare i suoi token in faccia ai poveri investitori in modo molto poco trasparente.
In questo editoriale cerchiamo di smascherare le sue attività truffaldine, evidenziando in che modo sta ottenendo un enorme vantaggio economico ai danni dell’intero ecosistema crypto.
Vediamo tutto nei dettagli di seguito.
Hayden Davis e il coinvolgimento con il token MELANIA
Hayden Davis, noto imprenditore tecnologico statunitense a capo della società Kelsier Ventures, ha avuto un ruolo centrale ( e discutibile) all’interno dello sviluppo della memecoin MELANIA. Questa risorsa, promossa per la prima volta il 19 gennaio tramite il profilo X ufficiale di Melania Trump ha rapidamente attirato l’attenzione del mercato grazie all’associazione diretta con la First Lady. Il valore di MELANIA era inizialmente schizzato alle stelle raggiungendo una capitalizzazione di oltre $2 miliardi, ma poi è letteralmente crollato dopo pochi giorni. Al momento della scrittura, la moneta vale appena $0.54 per unità, in calo del 96% circa dai massimi dei $13,6.
Davis avrebbe ammesso di aver fatto parte del team dietro al progetto MELANIA solo dopo una serie di dichiarazioni ambigue e contraddittorie. In un primo momento ha cercato di minimizzare il suo ruolo, affermando di non aver tratto alcun guadagno diretto dal progetto. Tuttavia, messo alle strette dalle successive analisi on-chain degli investigatori, ha poi corretto il tiro sostenendo di aver ricevuto somme in token ma non di aver “scambiato liquidità”, ovvero di non averle vendute. Come vedremo successivamente, queste affermazioni risultano false in quanto i dati mostrano una grossa attività di vendita da alcuni wallet collegati proprio a Davis.
Una gestione poco trasparente dei community wallets del team
Non è ancora chiaro in che modo Davis abbia ottenuto parte della supply del token MELANIA, né come lo stesso team del progetto abbia gestito la distribuzione iniziale dei token. Ciò che è certo è che una porzione significativa della supply è stata movimentata verso destinazioni sconosciute, senza alcuna comunicazione ufficiale né trasparenza verso la community. Analisi indipendenti dei flussi on-chain mostrano che i wallet collegati al deployer del contratto hanno trasferito grandi quantità di MELANIA a vari indirizzi, alcuni dei quali poi hanno interagito con exchange centralizzati come Kraken e MEXC. Verosimilmente questi token sono stati venduti per fiat, di nascosto di fronte agli holders e alla comunità del progetto. Alcuni indirizzi fantasma detengono ancora quantità importanti di MELANIA, senza che si conosca precisamente la loro funzione.
Inoltre un particolare wallet di questo cluster, etichettato come “Community Wallet”, sembrerebbe aver svolto un’attività molto strana per un entità destinata alle attività collettive. Durante le ultime settimana questo indirizzo ha aggiunto liquidità nelle pool MELANIA di Meteora, oltre ad incassare profitti con dei trasferimenti verso Kraken ed MEXC. Tutto ciò, ricordiamo, non è mai stato comunicato pubblicamente ai detentori della moneta. Inoltre, contrariamente a quanto dichiarato inizialmente, una parte della liquidità bloccata con Jupiter è stata rimossa senza avviso. Complessivamente, una parte di profitti ottenuti con le vendite di MELANIA è stata inviata su CEX mentre un altra è rimasta on-chain.
Il modus operandi con cui Davis guadagna milioni di dollari con le sue attività manipolatrici su MELANIA
Come riportato dai dati di BubbleMaps, da cui ha preso spunto l’investigatore X “Dethective”, Davis ha adoperato un articolato metodo per liquidare le proprie posizioni su MELANIA. In pratica il truffatore avrebbe utilizzato circa 50 wallet per spostare i token, di cui una parte sono stati venduti su CEX facendone crollare il valore, mentre un altra è stata utilizzata come LP. In altre parole Davis ha approfittato delle ingenti scorte della moneta per fare da market market presso DEX come Meteora, ottenendo dei succosi yield dalle trading fees degli utenti. Doppio vantaggio: il primo dumpando il token in faccia ai poveri holders, il secondo incassando interessi dalle attività di trading.
Non è finità qui: dopo il danno arriva infatti anche la beffa. Negli ultimi mesi Davis ha utilizzato in modo ricorrente le single-side liquidity pool di Meteora, posizionandosi come uno dei top farmer per il futuro airdrop del token $MET. Si stima che solo negli ultimi giorni abbia guadagnato più di $1 milione, solo con la vendita di MELANIA, oltre ad un profitto aggiuntivo di $2 milioni dai proventi delle pool. Non sappiamo quanto sia riuscito ad estrapolare complessivamente sin dal lancio del token, ma è probabile che il suo guadagno sporco superi abbondantemente i $10 milioni. I suoi wallet contengono ancora ingenti quantità di MELANIA.
Storie di rugpull di “successo”: c’è lo zampino anche nel token LIBRA
Forse non tutti lo ricordano ma Davis, oltre ad aver partecipato fraudolentemente al lancio e alla distribuzione di MELANIA. è stato coinvolto anche nella memecoin LIBRA. Questa era stata sponsorizzata su X dal presidente argentino Javier Milei, salvo poi cancellare il tweet e negare qualsiasi tipo di attività di promozione finanziaria. In quel contesto, Davis aveva affermato pubblicamente di aver partecipato al progetto, definendo il suo coinvolgimento come parte di un team che “voleva solo cavalcare l’hype”. Allo stesso tempo aveva negato la sua posizione da insider, ritenendo che fossero i soldi che il team gli aveva riconosciuto.
Addirittura, nel mezzo di un’intervista con il noto investigatore crypto Coffeezilla, Hayden Davis aveva affrontato le accuse relative ad un presunto rug di LIBRA. Il truffatore, con una risposta abilmente elusiva, aveva liquidato la questione dicendo testualmente : “Non è un rug pull… è un piano andato miseramente storto con 100 milioni di dollari seduti in un conto di cui io sono il custode.“
Anche in questo caso, i dati on-chain sembrano indicare una dinamica molto simile a quella osservata con MELANIA: una grande quantità di token controllata da pochi wallet, vendite massive nei giorni immediatamente successivi al lancio e un crollo vertiginoso del prezzo. Anche LIBRA viene scambiato attualmente ad un prezzo inferiore del 98% dai massimi storici.