Nel 2024 non si faceva altro che parlare di come le crypto AI avrebbero rivoluzionato completamente il panorama web3. A distanza di pochi mesi possiamo sancire che ragionevole certezza che questo claim è stato enormemente gonfiato rispetto alle reali potenziali limitate di queste monete. Rispetto alle quotazioni dello scorso anno i token AI registrano pesanti drawdown, che in alcuni casi superano il -90%.
La tecnologia dell’intelligenza artificiale continua ad essere ovviamente uno dei fattori più rilevanti in campo digitale, ma questa innovazione non sembra passare propriamente all’interno del tessuto crittografico.
Insomma, ancora una volta ci troviamo a dover distinguere tra speculazione e fondamentali. Tutti i dettagli in questo articolo.
In seguito al grande entusiasmo del Q1 2024, dove le crypto AI hanno trovato spazio per attirare un numero importante di investitori e capitali, il mercato ha iniziato a reagire con maggiore razionalità. Molti progetti crittografici legati alla narrativa dell’intelligenza artificiale hanno iniziato a perdere punti già durante l’estate dello scorso anno, salvo poi riprendersi sulla scia dell’hyper le elezioni presidenziali USA.
Dal top di dicembre in poi però c’è stato il disastro più totale: 50 miliardi di dollari di capitalizzazione persi secondo l’indice “AI & Big Data Tokens” di CoinmarketCap.Questo paniere include le performance di assets come NEAR, ICP, TAO, RENDER, FET.
Complessivamente, rispetto ad un anno il valore totale delle crypto AI è sceso drasticamente del -45%, riflettendo una price action guidata da narrative speculative e cicli di hype poco sostenibili.
Le promesse di rivoluzionare il settore con l’integrazione tra intelligenza artificiale e blockchain si sono scontrate con la realtà: limiti hardware evidenti, roadmap poco realistiche e, nella maggior parte dei casi, un’assenza concreta di applicazioni reali.
Questo ha portato a una perdita di fiducia da parte del mercato e a un progressivo deflusso di capitali.
Più da vicino possiamo vedere le crypto AI che più hanno sofferto questo calo dell’attenzione speculativa. Progetti come Bittensor e Render perdono oltre il -60% rispetto allo scorso anno, seguiti da Akash e AIOZ Network che superano quota -70%. Il tanto discusso trio dell’Artificial Superintelligence Alliance, formato dall’unione di Fetch.AI, SingularityNET e Ocean Protocol, segna invece crollo abissale del -84%.
Per Worldcoin il drawdown supera addirittura il -90%. Non mancano neanche le eccezioni: QuantixAI registra un bella crescita in termini di performance, sebbene la valuta sia poco scambiata e poco capitalizzata. Virtual mantiene un +165% rispetto alle basse quotazioni del 2024 , ma allo stesso tempo scende del -90% da inizio anno.
Una componente particolarmente fallimentare della fusione tra crypto e intelligenza artificiale è rappresentata dalla recente moda degli agenti AI. Dopo un’esplosione iniziale nella seconda metà del 2024, il trend è stato ridimensionato dal mercato, che ne ha rapidamente decretato il suo fallimento. La maggior parte dei token legati (solo apparentemente) ad un agenti AI registrano prezzi in grave declino rispetto ai massimi registrati a fine 2024.
Monete come VIRTUAL, AIXBT, FARTCOIN, AI16Z, TRAC, FAI, ANON e CGPT mostrano performance raccapriccianti dai massimi, con deprezzamenti che superano nella maggior parte dei casi il -90%. Anche il mindshare dei principali agenti è in forte calo nell’ultimo periodo, fatta eccezione per FARTCOIN e AIXBT che continuano ad attirare engagement social
L’attrattività speculativa verso questo genere di crypto AI sembra essere scesa di pari passo al calo dell’attività osservata sul launchpad Virtuals Protocol. Mentre l’hype di novembre e dicembre 2024 ha accompagnato lanci giornalieri fino ad oltre 1.300 token, in questo momento vediamo appena 1 solo token lanciato in un arco di 2-3 giorni. Ci sono giorni in cui la piattaforma è rimasta totalmente inattiva e NESSUNO l’ha utilizzata per lanciare il proprio agente.
Una riduzione selvaggia dell’attività, che non può che essere configurata con la fuga di capitali mercenari che presenziavano la piattaforma solo per lanciare rug ed agenti di basso valore. Gran parte di questo crollo è dovuto anche alla price action poco invitante della moneta nativa VIRTUAL, risorsa centrale per il lancio di nuovi token.
La grande depressione che sta attraversando il settore crypto AI è frutto di una narrazione esplosa troppo in fretta e senza basi solide. Come spesso accade nel mondo crittografico, l’entusiasmo e l’hype guidano il flusso di nuovi capitali, alimentando una speculazione fuori controllo e costruita su un castello di carta. Molti dei progetti AI menzionati, soprattutto quelli legate ad un agente che vive su X, vivono più di marketing che di sviluppo tecnologico in sé.
Difatti il debutto degli agenti autonomi in grado di “operare on-chain” è stata percepita da molti come il “next big thing”, ma nella pratica si è tradotta in una corsa al lancio di token privi di utilità reale. Queste crypto hanno in realtà uno scarsissimo valore tecnologico e si limitano spesso ad accompagnare tweet ed interazioni di alcuni bot, senza che vi sia un incentivo economico sottostante.
Per alcuni mesi queste monete hanno sovraperformato il benchmark del settore crypto, alimentate da una narrativa fortemente attrattiva per gli utenti. Nel giro di qualche mese però, come capita d’altronde per tutte le mode momentanee ( vedasi P2E e metaverse nel 2021), la magia speculativa finisce e tutto torna alla normalità. Chi ne rimane scottato sono gli “investitori” che, abbagliati dalle forti promesse tecnologiche, finiscono per comprare asset senza un valore fondamentale.
Ovviamente c’è da riconoscere che, in una fase del mercato così complessa, anche le altcoin più mature e con un caso d’uso reale stanno soffrendo il peso delle contrazioni. Ad ogni modo gli asset che hanno una ragione di esistere e stanno costruendo il futuro del web3, come ad esempio LINK, AAVE e ATOM, anche se ora stanno vivendo un momento difficile, non scompariranno al primo cambio di narrativa. le mode cambiano, i fondamentali restano.
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