Home / Bitcoin RISERVA STATALE in Svezia? Prime discussioni dopo la lettera del parlamentare

BITCOIN SVEZIA

Bitcoin RISERVA STATALE in Svezia? Prime discussioni dopo la lettera del parlamentare

Bitcoin: anche la Svezia vuole la sua riserva? Arriva la prima lettera.

Anche in Svezia si muove qualcosa in termini di riserve statali in Bitcoin. Dopo le mosse di El Salvador (le prime) e dopo l’arrivo nello spazio anche degli Stati Uniti, ora toccherà alla Svezia discutere della possibilità di dotarsi di una riserva in BTC.

In realtà siamo però ancora in alto mare, per quanto siano stati mossi i primi passi. Primi passi che consistono nella lettera inviata da un parlamentare, Rickard Nordin, al Ministro delle Finanze Elisabeth Svantesson.

La richiesta? Quella di valutare l’opportunità di creare una riserva in Bitcoin statale, neutra sul piano della spesa, ovvero conservando e non vendendo i Bitcoin dei quali lo stato svedese dovesse entrare in possesso tramite sequestro. Per ora, lo sottolineiamo anche al fine di non favorire facili entusiasmi, si tratta soltanto di una richiesta di analisi, che dovrà eventualmente essere raccolta dal governo.

Cosa c’è nella lettera?

La lettera, che è stata inviata lo scorso 8 aprile, può essere recuperata qui, sul sito ufficiale del parlamento svedese. Ne citiamo i passaggi più salienti, a partire dalla domanda ufficiale inoltrata al ministero:

La Ministra e il Governo hanno preso in considerazione la possibilità di consentire alla Riksbank di includere il bitcoin nella riserva valutaria della Svezia, e intendono agire per garantire tale possibilità alla banca centrale?

Una domanda che arriva dopo una lunga premessa. La Svezia, afferma il parlamentare, ha una lunga tradizione di gestione oculata delle riserve di valuta straniera e ha sempre puntato sull’oro. Ora però il settore degli asset digitali, afferma sempre il parlamentare, si sta affermando molto rapidamente, complice anche l’impegno degli Stati Uniti.

E da qui la necessità di valutare, a livello governativo prima e tramite la banca centrale poi, la possibilità di inserire delle riserve in Bitcoin.

  • All’americana

Il modello sembrerebbe esser quello americano. Niente acquisti diretti, ma semplicemente evitare di vendere i Bitcoin dei quali si potrebbe entrare in possesso tramite sequestri. Una strategia certamente più facile da far passare, perché non prevederebbe delle spese aggiuntive che finirebbero a bilancio.

Può funzionare?

Per ora non sappiamo se, come e quando l’ipotesi sarà discussa né di che tipo di sponde politiche può godere Rickard Nordin, che è stato eletto nel Centerpartiet, che alle ultime elezioni ha raccolto un modesto 6,7% dei voti, per 24 seggi in parlamento (7 in meno delle elezioni precedenti).

Sarà comunque una vicenda da seguire: nessuno di noi – e neanche di voi lettori – avrebbe mai immaginato un Bitcoin così presente nelle discussioni pubbliche. Invece è qui, discusso ovunque, anche ai piani più alti della politica e della finanza.

Iscriviti
Notificami
guest


0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments