Editoriale

Dazi e debito USA: lo scenario che spaventa i mercati | Bitcoin il rifugio?

Mercato crypto e Bitcoin influenzato da geopolitica e dazi. Spread azioni-commodities evidenziava tensioni macro. Il rendimento Treasury USA oggi il vero rischio sistemico
4 ore fa
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Probabilmente, molte persone nella community crypto — tra trader e investitori — non avrebbero mai immaginato di dover osservare con costanza news geopolitiche, l’andamento degli indici azionari, correlazioni macroeconomiche e, oggi, persino il debito americano con  i rendimenti dei Treasury US e il relativio spread, oltre ai messaggi social pubblicati da Tump suo Truth.

La nuova complessità per chi investe in crypto

I dati macroeconomici americani su disoccupazione, PIL e i tassi d’interesse della Federal Reserve sono ormai una costante per molti trader, anche se spesso influenzano movimenti di breve periodo. Invece l’attuale contesto globale richiede un’attenzione sempre più ampia.

La connessione tra geopolitica e crypto

Oggi esiste una connessione sempre più stretta tra l’evoluzione dell’economia americana e le decisioni di politica commerciale globale, spesso comunicate da Trump con dichiarazioni estemporanee via social. Anche i dazi sono stati annunciati, dal giardino delle rose della Casa Bianca, quasi fosse un talk show. Peccato che i successivi crolli dei mercati finanziari e crypto non siano stati uno show, ma eventi reali.

Bitcoin resiliente sfida S&P 500

BTC e S&P500BTC e S&P500
BTC e S&P500

In questo scenario, Bitcoin, a differenza delle altcoin, sta mostrando maggiore resilienza. In aprile si è mosso in un ampio range del 16,30%, ma su base mensile, al momento di questa stesura, è in crescita del +2,30%, mentre da inizio 2025 segna un -9,60%. L’S&P 500, invece, in aprile perde il -4,50%, e da inizio 2025 è in calo del -9,16%.

Per un approfondimento su questo confronto rimandiamo all’analisi: Bitcoin e S&P 500: chi è il vero rifugio dai dazi del 2025?

L’importanza delle dinamiche S&P500, oltre alla correlazione Bitcoin

In questa fase, consigliamo di osservare Bitcoin e il mondo crypto in parallelo con l’andamento dell’S&P 500, che stiamo suggerendo sul nostro canale Telegram criptovaluta.it® da un paio di mesi. Questo non significa guardare soltanto il valore della correlazione (che su base mensile è a 0,86), ma valutare le dinamiche dei movimenti dei due mercati.

I mercati azionari hanno una lunga storia: il Dow Jones esiste da 129 anni e l’S&P 500 da 68 anni.

Spread S&P 500 vs CRB Index: cosa ci dice

In allegato riportiamo il grafico dello spread tra l’S&P 500 e il CRB Index (commodities). Qui si evidenziano momenti in cui le commodities hanno sovraperformato l’azionario, come durante la bolla dot-com, il rally dei mercati emergenti (2003-2008), e nel post-Covid (2021).

spread tra l’S&P 500 e il CRB Index

Quando lo spread scende, significa che le commodities crescono più delle azioni, segnalando inflazione, instabilità macroeconomica o crisi finanziarie. Quando invece lo spread sale, è l’azionario a sovraperformare, indicando fiducia nei mercati e crescita economica.

Queste fasi riflettono la rotazione dei capitali tra asset rischiosi (azioni e oggi crypto) e beni reali (commodities). Il confronto tra i due indici può aiutare a individuare inversioni di trend e fasi di transizione nei cicli economici globali.

Potete notare, come i movimenti di inversione sui mercati azionari e dell’economia reale è avvenuto sul picco di Novembre, con l’elezione di Trump. Nel paio di mesi successivi si è iniziato a vedere il warning. Nel mentre l’indice S&P500 stava ancora salendo e ha toccato il suo ATH a 6.166,50 punti a inizio febbraio.

Rendimenti USA sotto osservazione: il punto sui Treasury

Il passaggio più delicato oggi per gli Stati Uniti si gioca sui rendimenti del Treasury decennale (US10Y), attualmente al 4,4957%. A confronto, il BTP italiano decennale è al 3,87%, mentre il Bund tedesco è al 2,60%.

Il Tesoro americano, guidato dal Segretario, Scott Bessent, dovrà rifinanziare 11 trilioni di dollari di debito nei prossimi 13 mesi, e 38 trilioni nei prossimi 4 anni. Solo nel mese di aprile, le Banche Centrali straniere hanno venduto 3,5 trilioni di Treasury.

Un problema di risparmio strutturale

Il 50% degli americani ha debiti. Gli Stati Uniti sono la patria di grandi miliardari, ma la maggior parte della popolazione non ha risparmi. Al contrario, la capacità di risparmio privato, come in Italia o in altri Paesi europei, è molto più diffusa.

Il vero rischio: i rendimenti obbligazionari

Treasury decennale (US10Y) e due anni (US2Y)

Oggi la “put” del mercato globale, contro i dazi americani e l’aumento dei rendimenti dei Treasury. Un rendimento sopra il 4% sull’US10Y potrebbe causare più danni dell’ipotetico vantaggio economico legato all’introduzione dei dazi.

In parallelo, anche il Treasury a 2 anni (US2Y) è in crescita e si attesta oggi al 3,975%. Ad aprile, il rendimento del 10Y è aumentato del 6,50%, mentre il 2Y è salito del 2,26%. Il rischio è oggi una capital war, sul mercato obbligazionario US.

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