Categorie: Editoriale

Donald Trump ha DISTRUTTO Bitcoin e crypto o no? La verità nei dati dei primi 3 mesi

Trump sta dando una mano o no al settore Bitcoin e crypto? Ecco cosa sta facendo davvero.
1 ora fa
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La presidenza Trump passerà alla storia come la più turbolenta di sempre per i mercati, almeno in questa sua prima fase. Il discorso si incrocia anche con quello di Bitcoin e crypto, almeno quando considerati dal lato del prezzo e del mercato. Al grande entusiasmo iniziale si è sostituito rapidamente prima lo scetticismo, poi la contrarietà. Addio sogni di gloria? Sarà una presidenza sulla falsa riga della precedente o forse peggiore?

Il quadriennio 2020-2024, quando alla Casa Bianca sedeva Joe Biden, ha regalato agli appassionati un grande ciclo, quello del 2021, e ha poi gettato le basi per il nuovo, principalmente grazie agli ETF. Il quadriennio che ci aspetta si è aperto con una lunga serie di promesse, anche sul prezzo, che non tutti ritengono mantenute.

A quasi 3 mesi dall’insediamento di Trump, possiamo tirare le prime somme: è stata una presidenza, almeno per questa prima parte, positiva per il mondo crypto e Bitcoin? Oppure ha ragione chi si lamenta?

Una presidenza vulcanica e imprevedibile

La cifra dei primi 3 mesi di presidenza Trump sono stati nel segno dell’imprevedibilità. Dal lancio di due meme token (TRUMP e MELANIA, con risultati poco incoraggianti) all’avvio del lungo teatrino sui dazi che ha impattato sul prezzo di Bitcoin e delle criptovalute in modo consistente. Incertezza che, come è noto, non piace quasi mai ai mercati. L’analisi però che vogliamo proporre ai nostri lettori dovrà tenere conto, necessariamente, anche di altri fattori.

  • Prezzo: siamo sicuri sia andata così male?

È vero, il settore altcoin non è nella migliore delle condizioni. Il problema però si protrae da tempo. Da inizio 2024 Bitcoin ha avuto performance migliori del resto del comparto e quindi da molto prima che Trump fosse anche considerato un candidato credibile per la presidenza.

Per chi vuole comunque concentrarsi sul prezzo, rimane curioso confrontare l’andamento di Bitcoin contro i principali indici della borsa USA, SPX500 e NASDAQ100. Il paragone, dall’avvio della questione dazi in poi, è certamente a favore di BTC.

Merito di Trump? Qui la risposta è nel cuore di ognuno dei nostri lettori. Chi lo ritiene responsabile dei movimenti di prezzo del comparto, non potrà che ritenerlo allora responsabile anche della tenuta del comparto rispetto al resto dei mercati tradizionali.

  • C’è vita oltre il prezzo?

Probabilmente sì. E per quanto siano stati commessi degli errori imperdonabili, si è fatto già molto, forse di più di quanto era lecito aspettarsi nel corso dei primi 3 mesi di presidenza. Ci arriveremo presto con la nostra analisi, non senza però un’ulteriore premessa.

Quello che stiamo provando a fare – non occupandosi questa testata di politica e soprattutto non potendo la sua redazione votare negli Stati Uniti – è una disamina per quanto possibile imparziale di quanto è avvenuto nel corso di questi 80-90 giorni.

Oltre il prezzo: riserve, SEC, crimine ormai legale e mining

Le altre questioni sono tante. SEC ha il suo nuovo leader, Paul Atkins, che oltre ad essere di convinzioni pro-mercato, è un hooligan della deregolamentazione e ha anche offerto fior di consulenze a diversi progetti crypto (e a un noto exchange il cui nome è oggi impossibile nominare senza scatenare scongiuri). È, senza dubbio alcuno, un uomo del mondo crypto su uno dei troni più importanti dei mercati finanziari globali. La scelta di Trump è stata, almeno a guardarla da questo angolo, molto felice. Non possiamo, da appassionati del mondo crypto, che rallegrarcene.

  • Il crimine è legale?

Sembrerà un’opinione forte, ma non avremmo certamente visto, senza l’impegno di Trump nel lancio di $TRUMP e $MELANIA, delle assurdità del calibro di $LIBRA. L’unico lato positivo della questione è che le cose sono state gestite in modo così goffo e avido che probabilmente nessuno più si farà venire in mente certe idee.

Da qui a ritenere il lancio di meme token come un crimine ce ne passa. Quel che certo però è che riteniamo impossibile o quasi che regolatori e dipartimenti di giustizia si occupino di questo tipo di lanci, se a farli è stato in primo luogo il Presidente degli Stati Uniti in carica.

La speranza è di riuscire a resistere a queste dinamiche con la forza della ragione, ricordandoci di cosa è successo, appunto, con $TRUMP, $MELANIA, $LIBRA e tanti altri emuli.

  • Dipartimento di Giustizia

Ha smantellato in settimana la divisione che si occupava di indagare sui crimini crypto. La notizia che circola è che d’ora in poi varrà letteralmente tutto. La nostra opinione, più moderata, è che in realtà non si avverte più il bisogno di avere una sezione all’interno del Dipartimento di Giustizia dedicata soltanto al mondo crypto. Il DoJ ha risorse più che adeguate per indagare su certi crimini.

  • Leggi cancellate, cause chiuse

Il 10 aprile è stata cancellata, con un colpo di penna, la Crypto Broker Rule. In breve: una legge che estendeva il concetto di broker (con tutto ciò che ne consegue in termini di regole e notifiche) anche agli exchange. Per il settore anche questa è un’ottima notizia.

  • Mining

È stato promesso tanto. L’obiettivo è quello di portarne sempre di più negli USA (non è una buona cosa per Bitcoin, ma ne parleremo in un’altro approfondimento). Tuttavia si è fatto ancora poco o nulla e il nostro giudizio non potrà che rimanere in sospeso.

  • Riserve

Siamo partiti. Il governo USA non venderà più i suoi Bitcoin. Anche questo è un passo avanti, per quanto mercati e appassionati si aspettassero molto di più. Ma sappiamo anche che il pubblico crypto è dei più difficili da soddisfare. Probabilmente in così poco tempo non si poteva davvero fare di più.

Difficile dunque giudicare quanto avvenuto fino a ora: ufficialmente è successo molto, forse troppo per essere metabolizzato così rapidamente. Sul piano personale, sono in pochi a sostenere la bontà di iniziative come $TRUMP e $MELANIA. Il sospetto di chi vi scrive però è che la price action abbia impattato eccessivamente su un giudizio che sarebbe dovuto essere, nel complesso, più generoso.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • ci vuole tempo ragazzi, meglio fare una cosa alla volta e farla bene. Ormai Bitcoin fa parte del sistema finanziario, non so se vi siete accorti ma ogni volta che si parla di finanza in qualsiasi trasmissione viene citato anche Bitcoin, cosa che non accadeva tempo fa ma siamo appena all'inizio c'è ancora chi non ha sentito parlare di criptovalute, il treno è ancora fermo alla stazione e su Ethereum siamo ancora più indietro.

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