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MINING BITCOIN LEGGE

Legge CONTRO il mining Bitcoin e AI. I dem passano al contrattacco. Industria nell’angolo?

Una nuova legge contro il mining. Per ora è una proposta, ma cosa comporterebbe?

Il mining torna a essere politico. È uno dei temi forti di questa presidenza USA ed è – già dalla precedente legislatura americana – tema di acceso scontro politico. Nella giornata di venerdì è stata presentata una proposta di legge da parte del comitato dei Democratici che si occupa di questioni ambientali. Una proposta che vorrebbe imporre una riduzione delle emissioni ai data center AI e al mining di almeno l’11% annuo, fino ad arrivare alle emissioni zero entro il 2035.

Il programma è ambizioso: iniziare da subito a imporre dei limiti più stringenti alle emissioni di data center che consumano grandi quantità di energia e al tempo stesso disegnare un percorso obbligato verso la piena sostenibilità. Tuttavia già dal testo della legge e delle comunicazioni politiche che lo hanno accompagnato, è chiaro anche un intento più squisitamente politico.

Si accusa infatti, ancora una volta, il settore di causare aumenti del costo dell’energia per le famiglie americane (questione della quale si dibatte da tempo, senza che però i dati confermino questa intuizione) e dell’impatto generale che certe attività hanno sull’ambiente e sulle comunità.

Dalla Casa Bianca arriverà un no pasaran

La proposta c’è. Si può leggere qui e se dovesse passare sarebbe il più grande colpo all’industria. Non perché sia particolarmente inquinante rispetto ad altre industrie, né perché consumi troppo nel grande quadro dei consumi di una nazione industrializzata e ricca come gli USA (il 4% del totale della produzione elettrica).

Finirebbe per diventare un duro colpo all’industria perché imporrebbe non solo un piano di riduzioni delle emissioni a ritmi molto sostenuti, ma perché metterebbe la stessa industria, negli USA, in condizioni di competere a condizioni molto peggiori di quelle di altri paesi.

Bisognerà però fare qualche passo indietro per capire cosa sta succedendo davvero e come si inserisce questa proposta nel più ampio contesto politico-cripto americano.

Donald Trump è stato molto chiaro in campagna elettorale sul tema mining Bitcoin. Vuole portarne la maggiore quantità possibile negli Stati Uniti (insieme ai data center AI, che poi sono la stessa cosa sul piano industriale e dei consumi). Per farlo, vuole aumentare sensibilmente la produzione di energia elettrica negli USA e garantire a queste attività un regime di non-aggressione da parte della politica.

Inutile anche sottolineare come questa proposta vada in realtà in direzione opposta: imporre limitazioni importanti, tirare in basso l’effetto sulle comunità (fino ad oggi in realtà enormemente positivo, vedi in Texas) e cercare di fare le barricate.

Dato l’ampio consenso sul quale può contare la presidenza degli USA al Congresso, questa proposta appare come la più classica delle DoA – dead on arrival – morte già prima di arrivare in Congresso.

Mining e AI: due facce della stessa medaglia

Sono due facce della stessa medaglia, perché le società (quotate) che si occupano di mining Bitcoin da tempo guardano al settore AI per offrire la tanto necessaria potenza di calcolo, che è poi una funzione dell’energia a basso costo che offrono.

È stato uno dei temi forti durante la campagna elettorale e dubitiamo fortemente che la presidenza si tiri indietro. I dem, che già in passato avevano tentato sortite di questo tipo, dovranno probabilmente accontentarsi della proposta e poco più.

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