Pochi giorni fa è stato pubblicato un interessante documento nel sito di governance del progetto Arbitrum, che guarda al futuro del proprio ecosistema blockchain. Il testo, intitolato “ A vision for the future of Arbitrum”, mette in risalto i progressi compiuti dalla DAO negli ultimi anni e sottolinea alcune aree chiave che necessitano di miglioramenti.
Vengono proposte inoltre alcune soluzioni per un’evoluzione della struttura operativa di Arbitrum, tali da guidare lo sviluppo futuro, senza compromettere i principi di decentralizzazione.
In questo articolo ripercorriamo i punti salienti del documento, analizzando le sfide attuali e le proposte avanzate per rafforzare la governance della blockchain.
Dal lancio in mainnet nell’agosto 2021, la blockchain di Arbitrum ha fatto passi da gigante assumendo un ruolo sempre più centrale nelle dinamiche dell’ecosistema Ethereum. Il successo dell’airdrop del token ARB, che ancora oggi molti farmers ricordano con il sorriso, ha creato una base solida di utenti che nel tempo sono rimasti a presidiare la catena,
Ad oggi Arbitrum risulta il layer-2 più grande per TVL, secondo la classifica di L2Beat, tanto da superare anche il colosso Base. La sua visione pionieristica ed il suo ingresso anticipato nel mercato rispetto ai competitor, le permette oggi di vantare una fase del network.“Stage 1”. Ciò significa che oltre ad essere un layer super utilizzato e con molti capitali depositati, è anche uno di quelli con i sequencer più decentralizzati.
Nonostante l’oggettivo successo, ci sono oggi alcuni punti che non riflettono le potenzialità di questa blockchain. Alcuni dati on-chain evidenziano una stagnazione nella crescita, come ad esempio il numero di nuovi indirizzi in continua decadenza da oltre un anno. Arbitrum ha bisogno di qualcosa che le permetta di rinnovare la propria strategia per stimolare l’adozione ed il coinvolgimento della community.
Tra i problemi principali che sta affrontando la blockchain di Arbitrum, troviamo in primis il ruolo passivo della Fondazione e del gruppo Offchain Labs. Queste due entità, che ricoprono figure centrali per il sostegno dell’ecosistema crittografico, peccano di efficienza operativa.
Sembra come che alcuni processi siano lenti e disorganizzati, pur essendoci una presenza molto attiva nei forum di governance dalla DAO.
In particolare, secondo quanto pubblicato nel documento sopra citato, emerge che non ci sono figure operative che si occupano di portare avanti i progetti di Arbitrum in modo ordinato. Difatti, spesso vengono prese importanti decisioni, ma poi non c’è nessuno che le esegue in modo strutturato.
Questo si riflette ad esempio sui costi maggiorati per i calldata, ritardi nelle esecuzioni e sviluppatori che rinunciano a costruire sulla chain a causa di forti attriti.
Un altro importante tema trattato dal team dei lavori di Arbitrum è la mancanza di leadership su alcune iniziative. Nella gestione della blockchain vi è un forte problema di aspettative e responsabilità degli attori coinvolti, che finiscono per creare una grande confusione. Semplificando, non è sempre chiaro chi deve far cosa e come ci si deve muovere.
Questo ha portato, ad esempio, a situazioni di stallo per il supporto dello staking nativo del token ARB. Nonostante l’interesse della comunità e le discussioni avviate, le proposte sono rimaste in sospeso per l’assenso di una figura che si assumesse la leadership operativa di tali processi.
Questa mancanza di chiarezza ha generato un senso di confusione tra gli stakeholder , che non sanno chi provvedere a curare la roadmap e la crescita della blockchain. “Arbitrum can do better
Le proposte avanzate per superare gli attuali limiti della blockchain di Arbitrum, riguardano l’introduzione di alcune specifiche entità dedicate alla sinergia delle operazioni della DAO. L’obiettivo ultimo è quello di fornire un framework organizzativo che possa coordinare i vari fornitori infrastrutturale ed eseguire le decisioni del gruppo, nel pieno rispetto della decentralizzazione del network.
Per raggiungere questo fine, il documento propone l’introduzione delle Arbitrum Aligned Entities (AAE), ovvero entità operative allineate con la visione e gli obiettivi della DAO. Le AAE avranno un ruolo chiave nell’operatività e nel garantire l’allineamento strategico con gli obiettivi di Arbitrum. Saranno selezionate sulla base delle loro competenza e del loro focus verso la sostenibilità della blockchain.
A queste si aggiungono le Opco e il comitato di Supervisione OAT: il documento di governance presenta la prima come una struttura operativa incaricata di attuare le decisioni della DAO, mentre la seconda funge da organismo di controllo. In pratica Opco si occupa dell’esecuzione pratica delle iniziative mentre OAT monitorerà l’esecuzione delle attività, assicurando che tutto avvenga in trasparenza e sotto il commitment di decentralizzazione di Arbitrum.
Attualmente, la proposta complessiva è ancora in fase di discussione all’interno della comunità. Alcuni componenti, come l’istituzione di OpCo e del comitato di supervisione OAT, sono già stati in parte definiti.
Tuttavia l’implementazione completa delle strutture operative richiede del tempo prima dell’effettiva messa a terra.
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