Elon Musk, con l’acquisto di 1,5 miliardi di dollari di Bitcoin per Tesla, è sicuramente uno dei personaggi pubblici più discussi, quando si parla di criptovalute. Tuttavia non è l’unico CEO di un certo spessore interessato al mondo di Bitcoin (e nel suo caso specifico anche di Dogecoin). Sono diverse infatti le public companies, ovvero (e non facciamoci trarre in inganno dai falsi amici in inglese), le compagnie quotate in borsa che hanno già investito in Bitcoin, talvolta con una quantità di token in bilancio superiori a quelle di Tesla.
Abbiamo sentito il bisogno di fare questa doverosa precisazione, anche in concomitanza con l’arrivo della notizia dei nuovi acquisti di MicroStrategy, software house che oggi ha in cassa un quantitativo di token, come vedremo tra poco, assolutamente sorprendente.
Sono in realtà diverse le aziende di enormi proporzioni, non tutte della new economy, che hanno già in cassa un quantitativo molto importante di Bitcoin.
Una fintech canadese che ha annunciato, nel dicembre 2020, che avrebbe investito entro l’anno oltre 1,5 milioni di dollari in Bitcoin, per poi preparare un programma di ulteriori investimenti sempre su BTC per tutto il 2021. Tra le riserve confermate abbiamo oggi circa l’1,5% della totalità degli asset dell’azienda.
Una software house che in pochi avrebbero conosciuto se non fosse per il suo grande impegno proprio nel settore delle criptovalute. L’azienda, guidata da un management un po’ sui generis, almeno per gli standard di Wall Street, continua ad acquistare Bitcoin su ritmi molto importanti, spesso finanziandoli a debito.
È di oggi la notizia che il gruppo avrebbe investito 1 miliardo di dollari di recente nell’acquisizione di altri Bitcoin. Il totale dei token posseduti? 90.000. Che ai prezzi di oggi vogliono dire circa 4,5 miliardi di dollari. Tre volte l’investimento di Tesla, per intenderci.
L’importante Fintech per i pagamenti digitali, guidata dal fondatore di Twitter Jack Dorsey, ha da sempre sostenuto l’ecosistema delle criptovalute. Ad oggi la compagnia ha quasi 40.000 Bitcoin, che ai prezzi attuali vorrebbero dire circa 2 miliardi di dollari. Anche in questo caso una quantità di token maggiore rispetto a quella di Tesla.
Società di investimenti digitali, una sorta di holding, che è da sempre concentrata sulle criptovalute. Qui la notizia è meno “importante” se vogliamo, perché la finanziaria è nata proprio come trust di Bitcoin e di altre criptovalute. Ad oggi possiede circa 1 miliardo di dollari in Bitcoin.
Nel complesso potrebbero sembrare ancora poche – e soprattutto tutte o quasi provenienti dalla new Economy. Il segnale è però che qualcosa si sta muovendo anche ai piani molto alti – con i ben informati che dicono che molte aziende più classiche nella gestione finiranno per salire a bordo e investire – sia per riserva sia per asset – proprio sulla principale criptovaluta al mondo.
Si può anticipare questo trend? Sì. Oggi il piccolo investitore può prendere posizione facilmente su Bitcoin, soprattutto se al rialzo. Con eToro (qui per un conto dimostrativo gratis) potremo in pochi minuti entrare a far parte del mondo delle criptovalute, puntando proprio sulla regina del settore.
MicroStrategy è da diversi mesi sulle cronache principali del settore, perché continua ad acquisire Bitcoin, spesso indebitandosi. La strategia potrà anche sembrare folle, ma da un lato vede tassi di interesse estremamente bassi, con i quali MicroStrategy può finanziarsi quasi a costo zero, dall’altro invece punta su un asset che è sì instabile, ma anche estremamente redditizio.
Una strategia rischiosa? Sicuramente sì. Ma fino ad oggi ha pagato – e molto. E buona parte del valore di MicroStrategy dipende proprio dal suo ottimo bottino in Bitcoin.
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