John McAfee: inventore dell’omonimo antivirus, miliardario e amante di criptovalute. E in carcere in Spagna da oltre tre mesi, perché ricercato dalla polizia statunitense e dall’INTERPOL, per una questione che riguarda anche le criptovalute.
Personaggio eccentrico: o lo si ama o lo si odia. Idolo libertario e persona decisamente al di sopra delle righe, anche se in questa vicenda, almeno dal punto di vista che riteniamo essere ragionevole, c’è qualcosa che non va. Da qualche ora infatti è stato diffuso un comunicato di SEC, l’authority che regola i mercati finanziari, che accuserebbe McAfee di operazioni di Pump e Dump su ReddCoin e Dogecoin. Una storia che, legalmente, non ha né capo né coda, per i motivi che andremo a spiegare tra pochissimo.
Contribuendo ad una confusione che è già elevatissima all’interno del rapporto tra criptovalute e autorità statali. Se oggi possiamo fare trading sulle criptovalute su eToro (puoi iscriverti per una demo gratis qui) al tempo stesso SEC afferma che non sono titoli finanziari, ma asset. E questo ha dei risvolti molto importanti per la vicenda che riguarda John McAfee, che per quanto contestabile possa essere come personaggio, è in carcere in Spagna da mesi su accuse che, almeno sulla carta, sembrerebbero una ritorsione per un personaggio estremamente sopra le righe.
La SEC non ha autorità sulle criptovalute
Non è una dichiarazione di indipendenza del mondo delle criptovalute, ma una scelta che ha fatto chiaramente SEC dichiarando che le criptovalute erano asset e non securities. Per chi non è pratico del mondo delle criptovalute, vuol dire che Bitcoin non è assimilabile alle azioni e alle obbligazioni, ma alle valute classiche. E che quindi la loro gestione in termini di mercato, non compete a SEC stessa.
Una posizione di comodo, che ha permesso a SEC stessa di tirarsi fuori da questioni molto spinose, lasciandole a IRS, ovvero l’equivalente dell’Agenzia delle Entrate negli Stati Uniti. Oggi però, abbandonando sua sponte una posizione che aveva assunto volontariamente, persegue McAfee, reo di aver manipolato i mercati di alcune criptovalute. Tra le quali Dogecoin, che pure è il pallino di diversi imprenditori sui generis ma di successo, come anche Elon Musk.
Come può SEC aprire un fascicolo su McAfee, nonostante si sia sempre ritenuta non competente nel settore delle criptovalute? È una domanda che gli avvocati del magnate degli antivirus (ha comunque ceduto la società ormai da tempo) faranno sicuramente in sede dibattimentale, mentre John rimarrà comunque al fresco in Spagna, con motivazioni ancora poco chiare.
John McAfee: tossico per il mondo delle criptovalute?
L’altra questione importante da affrontare è quella del ruolo di McAfee all’interno dell’ecosistema delle criptovalute. Sono in molti, anche tra i pezzi grossi del settore ad averlo ritenuto un problema più che una risorsa. Una discussione sulla quale, per mantenerci indipendenti ed equidistanti, non vogliamo esprimerci.
Rimane il fatto che, di fronte ad accuse tanto importanti e che stanno tenendo un ultra-settantenne – per quanto ancora prestante nel fisico – sarebbe il caso di fare chiarezza. Perché il sospetto che sia una proxy war contro il mondo delle criptovalute, un po’ come sta avvenendo con Ripple, comincerebbe ad essere sempre più fondato.