Tutti contro BTC! Tra Bill Gates, economisti della vecchia scuola e i soliti giornali non specializzati in criptovalute, continuano gli attacchi a Bitcoin. C’è chi ne contesta il consumo energetico, chi lo ritiene ancora una meteora e chi ritiene invece che sia tecnologicamente superata.
Sta di fatto però che Bitcoin si disinteressa di queste polemiche, supera il suo massimo storico e si ferma, anche dopo una breve correzione, a quota 60.000$. Gli investitori continuano a puntare e chi volesse seguirli può farlo con eToro (puoi provare gratis i suoi servizi qui), con strumenti avanzati per la gestione dell’ordine e anche il Social Trading, per seguire info dagli altri trader e, con il Copy Trading, anche per copiare le posizioni dei migliori.
Secondo Bill Gates, che negli ultimi anni è progressivamente diventato guru di tutto lo scibile umano, Bitcoin sarebbe causa di un problema ecologico, in quanto per essere minato e per essere scambiato necessita di complicatissimi calcoli, che comportano anche dei consumi enormi in termini di elettricità.
Non è tutta farina del sacco di Bill Gates: il problema torna sulle prime pagine dei giornali ciclicamente, spesso accompagnato a qualche nome importante, del jet set o dell’accademia. Per una critica che, tra le altre cose. è parzialmente fondata. Nel senso che i consumi sono molto alti, ma a fronte di un servizio che è prezzato, da parte degli utenti, più dell’energia elettrica per mantenerlo.
Inoltre, come ebbe a dimostrare il Cato Institute già nel 2018, in realtà si tratta di un falso problema. Anche network di pagamento più classici, come VISA e Mastercard, hanno dei costi di mantenimento, energetici e non. L’idea di base di Gates (e di tanti altri) sarebbe l’inutilità di Bitcoin. Cosa che però può stabilire solo il mercato: che al momento valuta BTC più di 1.000 miliardi.
Altro fatto curioso è che mentre economisti, guru e anche grandi geni come Bill Gates continuano a sottolineare i problemi di Bitcoin, chi opera direttamente nella finanza sembra disinteressarsene. Non solo aumentano i volumi e l’arrivo di investitori istituzionali, ma anche la presenza di strumenti strutturati come gli ETF.
Ce ne sono, chi ci segue lo sa bene, già diversi tra USA, Germania, Svizzera e Canada. E ne stanno arrivando degli altri, con gruppi come JP Morgan che hanno appena richiesto autorizzazione per fondi ETF basati sempre su BTC. L’ultima delle notizie in questo senso è Valkyrie che ha appena presentato un ETF basato su aziende che hanno Bitcoin in portafoglio. Valkyrie è già un nome molto noto tra gli appassionati e gli investitori sulle criptovalute. Il gruppo è nato come gestore di investimenti in Bitcoin, diventando pioniere della finanza a base crypto.
L’ennesima dimostrazione che nonostante gli strali delle grandi menti dell’universo, dei professori universitari e degli analisti della old economy, Bitcoin continua ad interessare soprattutto chi è disposto ad investirci denaro – e non semplici opinioni.
Soltanto ieri, in linea con le nostre previsioni su Bitcoin vi abbiamo segnalato il superamento del massimo storico di tutti i tempi da parte della criptovaluta regina per capitalizzazione. Sfondati i 61.000$, c’è stata come prevedibile una correzione che ha riportato il prezzo leggermente più in basso.
La buona notizia è che sembra essere ormai solida la resistenza intorno a quota 59.000$. Difficile da sfondare al ribasso, almeno a leggere i dati sugli ordini, sul sentiment di mercato e sui volumi. Siamo davanti ad un’ulteriore fase bullish? Se valutazioni andrebbero fatte giorno per giorno, in un periodo che si preannuncia come di grande volatilità.
Prima di salutarci, è bene ricordare anche il coinvolgimento diretto di aziende, provenienti anche dal mondo esterno alla blockchain. Dopo Tesla, MicroStrategy e tante altre in tutto il mondo, anche RushOrderTees, grande produttore di T-Shirt, investirà 1 milione su Bitcoin. Somme ridotte rispetto a quanto ha fatto Elon Musk, ma sarà importante per l’accettazione di BTC nel mondo dell’economia reale.
La corsa per investire in Bitcoin velocemente sembra essere soltanto all’inizio e potrebbe diffondersi, come ribadisce il caso di ROT, anche alle imprese di dimensioni ridotte, almeno rispetto a Tesla e a Microstrategy. La febbre? Potrebbe diventare molto più alta di così.
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La fase " bullshit " ha molto a che fare con Freud.😂. Correggila.
Grazie per la segnalazione, scusate il refuso, scriviamo molto durante il giorno, ad una certa ora iniziamo a barcollare :) battute a parte, grazie a tutti voi lettori per essere sempre così attenti.
Vi abbracciamo tuttiiiiii !