Sì, Enjin Coin – del quale vi avevamo già parlato in diverse occasioni – raddoppia. E creerà un nuovo network specificamente disegnato e progettato per lo spazio dei NFT, i token non fungibili che sono la moda del momento. Tutto questo mentre il token continua a battere ogni previsione e cresce per capitalizzazione, diventando presenza ormai delle prime 60 criptovalute per valore totale di mercato. Ma cosa c’è nel nuovo network che potrebbe interessare gli investitori?
In realtà molto, almeno sulla carta. Il progetto si chiamerà Efinity e ha già raccolto qui 19 milioni di dollari di finanziamenti da Crypto.com, nonché da altri investitori del settore come Blockchain.com, Fenbushi, Arrington.
Il progetto potrebbe portare nuova linfa vitale anche al suo fratello maggiore, che è comunque già quotato su grandi broker CFD come Capital.com – qui per iscriversi alla demo gratuita – che offre la possibilità di investire sia al rialzo sia al ribasso su ENJ.
I più attenti tra i nostri lettori – e anche quelli meglio informati – sapranno bene che in realtà Enjin non è nuova al settore dei NFT. Anzi, è uno dei network maggiormente utilizzati anche dalle grandi aziende per questo tipo di tecnologia. I grandi nomi che già si appoggiano a questo network sono infatti NIKE e anche Microsoft, entrambi per programmi di reward per i propri utenti e clienti. Con un parterre che potrebbe addirittura allargarsi, una volta che Efinity sarà operativo.
Ma abbiamo davvero bisogno di un nuovo network in blockchain che supporti i non fungible tokens? Non possiamo accontentarci di quanto offre Ethereum? In realtà, almeno secondo Radomski, CEO e guida del progetto, ci dovrebbero essere all’interno di questo network dei netti miglioramenti, tesi a smussare gli angoli che gli utenti oggi incontrano con le reti di vecchia generazione.
L’obiettivo sarà quello di offrire un network con commissioni molto più basse, problema che Ethereum potrebbe provare a risolvere con i prossimi aggiornamenti, che sono previsti secondo una timeline che va da qui al 2022.
Il problema, almeno secondo i leader di Enjin, sarebbe nel linguaggio proprietario di programmazione che gli utenti dovrebbero imparare per interagire con il network. Il che vorrebbe dire tempo speso in acquisizione di informazioni e nozioni che potranno essere spese soltanto su Flow. In aggiunta, come è noto, non sappiamo ancora se Flow riuscirà ad attrarre sufficienti nodi indipendenti per diventare una piattaforma effettivamente centralizzata.
Il lancio della nuova blockchain targata Enjin è previsto tra la fine del 2021 (in versione Beta) e l’inizio del 2022. Una timeline relativamente breve, per un progetto che punta a diventare rivoluzionario.
Chissà se riuscirà a conquistarsi un posto all’interno della nostra classifica delle migliori criptovalute emergenti. Per adesso i presupposti sembrano esserci. Ma come dovremmo sapere ormai in qualità di investitori sulle criptovalute, il mercato può a volte giocare dei brutti scherzi. Anche quando un progetto parte da basi così solide e da finanziamenti così copiosi.
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