Sì, le banche stanno mettendo le mani su Bitcoin. Oggi non ci sono più soltanto fondi nati specificatamente per puntare sulle criptovalute che cominciano a considerare BTC come un vero e proprio asset finanziario. È notizia di poche ore fa che JP Morgan, la più grande banca americana, inizierà dal prossimo trimestre ad offrire ai propri clienti dei prodotti intermediari su Bitcoin.
Così come stanno facendo in realtà anche altri grandi istituti bancari – quasi tutti negli USA – insieme anche agli investitori istituzionali. Che ci piaccia o meno, lo scenario nell’ecosistema Bitcoin sta cambiando. E chi fino a poche settimane fa riteneva BTC poco più di un giocattolo, ne sta accumulando grandi quantità.
Una situazione che dovremmo provare a leggere, alla luce di quello che – con ogni probabilità – avverrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Consci anche del fatto che per investire in Bitcoin abbiamo già tutti gli strumenti che servono.
Non dobbiamo infatti aspettare le banche europee, come sempre in netto ritardo su ogni tipo di novità. Con eToro (qui per aprire un conto prova gratis) possiamo investire con costi bassissimi su Bitcoin (e su altre 17 criptovalute di grande spessore). E possiamo fare lo stesso anche con Capital.com (qui per iscriversi al conto dimostrativo gratuito), che ha un assortimento addirittura più ampio.
Oggi abbiamo riferito dell’attivazione da parte di PayPal di pagamenti in Bitcoin e in altre criptovalute. Un sistema che però non comporterà trasferimenti diretti sulla blockchain di BTC, ma un layer aggiuntivo che ci permette di cambiare token contro Dollari soltanto tramite la piattaforma stessa. Questo avrà un impatto sulla diffusione di Bitcoin, almeno nell‘accettazione popolare, ma di impatto diretto sui mercati, forse poco o nulla.
Non è questo l’interessamento più importante da parte delle grandi istituzioni finanziarie che dobbiamo considerare però. Perché l’interessamento di giganti come JP Morgan, ormai fattivo, può cambiare rapidamente le carte in tavola. Il gruppo gestisce milioni di conti correnti e altrettanti conti di risparmio e di investimento dei propri clienti. E con Bitcoin a disposizione anche per questi specifici clienti…
Vuol dire avere un accesso maggiormente istituzionale agli investimenti in Bitcoin. Sicuramente diventeranno meno comuni le storie come quelle che abbiamo sentito raccontare dalla madre di Valeria Marini, truffata da uno dei tanti personaggi ambigui che sfruttano la popolarità di BTC per piazzare truffe e raggiri.
Tra qualche tempo – si spera anche in Italia – ci si potrà comodamente recare in banca, anche quando piccolissimi risparmiatori e acquistare ETF o quote di fondi che hanno in portafoglio proprio BTC. È tecnicamente possibile farlo già ora – ci sono già prodotti in Europa – ma l’ingresso dei grandi gruppi bancari renderà questo tipo di investimenti ubiquo.
La lista dei grandi gruppi che oggi hanno già in cassa Bitcoin, direttamente o indirettamente, sono altisonanti: Tesla, che tutti conosceranno, Visa, ma anche i fondi di Soros e anche il fondo sovrano di Singapore. Questi insieme a centinaia di società di investimento e non meno conosciute, come MicroStrategy – con un montante in costante aumento.
Anche questo sarà un fatto con il quale dovranno fare i conti gli appassionati di Bitcoin da un lato e gli investitori dall’altro. Assisteremo sicuramente ad una normalizzazione, con una correlazione probabilmente maggiore con asset più classici.
Dall’altro lato avremo un quasi certo aumento della domanda, che tenendo conto dell’offerta relativamente inelastica di Bitcoin, dovrebbe contribuire a far raggiungere a questo token la soglia dei 100.000$ individuata dalle nostre previsioni sul prezzo di BTC.
E non parliamo neanche del sentiment di chi è già sul mercato. Oggi probabilmente anche fermando il proverbiale uomo della strada… riceveremmo delle risposte positive su Bitcoin.
Chiudiamo con una nota di colore: il CEO di Kraken – che ammettiamo essere direttamente coinvolto nel mondo delle criptovalute – ha detto candidamente che nel 2022 e nel 2023 probabilmente potremo comprare una Bugatti e una Lamborghini. Mica male, per un token che oggi vale “solo 60.000$“.
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