Anche IOST è sugli scudi: un progetto che non è ancora molto popolare in Italia e in Europa, ma che in Asia ha già una buona penetrazione di mercato – e che con i gain dell’ultima settimana è entrata tra le prime 100 criptovalute per capitalizzazione sul mercato.
Cosa c’è dietro questa importantissima crescita per IOST? Siamo davanti a qualche tipo di innovazione tecnologica delle ultime ore? Oppure è frutto del trend generalmente rialzista sugli altcoin, che sta superando per intensità anche quanto abbiamo già visto con BTC e con ETH?
IOST è quotato da Capital.com (qui per il conto dimostrativo gratis) – broker che offre questo token tra altri 230 cross dedicati al mondo cripto. Con tutti gli strumenti preferiti dai professionisti per fare investimenti e trading. Troviamo da questo broker anche la piattaforma MetaTrader 4 – e la possibilità di integrare i nostri ordini anche con TradingView e le sue analisi.
Quella di IOST è una storia che in realtà è condivisa da tante altre criptovalute. La sua culla è l’Asia Orientale, dove il token ha una diffusione già molto importante e dove sono in moltissimi gli sviluppatori che vi si dedicano anima e cuore. Il progetto ha avviato la prima raccolta fondi nel 2017, anche se poi l’esordio della mainnet si è avuto soltanto nel febbraio 2019.
Ospita oggi moltissime App Decentralizzate – in stile EOS – e offre ai suoi intenti diverse feature chiave, che la contraddistinguono dal resto dei progetti che è basato su blockchain. IOST infatti include uno sharding scheme e si basa su un innovativo sistema per validare le transazioni, che viene chiamato dagli stessi sviluppatori PoB – Proof of Believability – che fa parte della grande famiglia dei protocolli di consenso Byzantine Fault Tolerance. Tutto questo cercando di offrire dunque prestazioni superiori ad altri circuiti che offrono infrastruttura per le dApps, come appunto Ethereum
All’interno di questo ecosistema, IOST è il token di base per il pagamento di tutte le transazioni e di tutti gli accessi alle risorse del network. IL suo valore, pertanto, non può che essere legato al volume di utilizzo del network. Cosa che sarebbe, ancora una volta in Asia, in forte crescita.
Questa lontananza geografica, unita ad una tendenza importante ai pump & dump, ha fatto sollevare più di qualche volta la questione scam, relativamente a IOST. Non crediamo si tratti di questo però – il progetto esiste – è quotato anche da exchange molto sicuri come Binance e nel complesso ha dimostrato una relativa solidità.
Siamo ancora molto lontani da quelli che sono stati i massimi di valore del progetto, ottenuti poco dopo l’esordio sui mercati, quando il progetto era ancora in beta. Il fatto che si trovi adesso ai massimi storici non deve dare il via alla classica paura di perdere il treno.
Bisogna al contrario approcciarsi con estrema cautela ad un progetto che ha dimostrato, storicamente, una certa volatilità. Con correzioni quasi automatiche successivamente a ciascun pump. Approcciamoci dunque con estrema cautela anche questa volta, facendo sempre le nostre valutazioni su un orizzonte temporale che sia più ampio delle poche ore.
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