Il gigante del comparto assicurativo AXA ha appena annunciato che inizierà ad accettare il pagamento dei premi assicurativi, da parte dei propri clienti, anche in Bitcoin. Una notizia che segnala ancora una volta – se ce ne fosse il bisogno – l’enorme tasso di penetrazione di BTC anche in quella che consideriamo la cosiddetta economia tradizionale.
La scelta sarebbe secondo quanto riportato dalla società stessa, frutto di una ricerca di mercato condotta alla fine del 2019 tra i propri clienti tra i 18 e i 55 anni di età , a tema criptovalute. Un’ulteriore vittoria per Bitcoin, che continua ad affermarsi non solo come criptovaluta di riferimento, ma anche come mezzo di pagamento, nonostante i detrattori continuino a ritenerlo impossibile.
Si può puntare su Bitcoin, anche in virtù della crescita in termini di adozione, ricorrendo a diversi intermediari. eToro (qui per il conto demo gratuito), permette di fare trading oppure avere accesso diretto a BTC. E per chi non ha grande dimestichezza con il mercato, il broker mette a disposizione anche il CopyTrading – per copiare i migliori investitori con un solo click, anche sulle criptovalute.
Cosa permetterà di fare AXA con i Bitcoin?
Non è ancora dato sapere quando i pagamenti tramite Bitcoin su AXA. Tuttavia è già chiaro quale sarà il sistema implementato, come riportato sul blog di AXA questa mattina. Nel pagamento dei premi, i clienti svizzeri del gruppo avranno a disposizione una nuova opzione di pagamento tramite inapay. Questo intermediario riceverà, per conto di AXA, un pagamento in Bitcoin, per poi convertirlo in franchi svizzeri e recapitarlo direttamente all’assicuratore.
Tecnicamente non sarà dunque AXA ad avere in cassa criptovaluta, ma l’intermediario. Cosa che potrebbe avere un impatto più leggero sul mercato di Bitcoin, dato che la compagnia di assicurazioni non dovrà dotarsi di una cassa in BTC, come invece ha dovuto fare Tesla e come fanno tutte le compagnie che iniziano ad accettare direttamente criptovalute come pagamento.
Tuttavia si tratta di un grande passo e dell’ulteriore riconoscimento dell’importanza di Bitcoin nell’ecosistema dell’economia classica. Quello che – anche se AXA non fa parte di questo gruppo – soltanto fino a poco tempo fa disdegnava il mondo delle cripto, ritenendolo inadeguato sia come riserva di valore, sia come mezzo di pagamento.
Per il momento AXA ha affermato che non è prevista l’integrazione con altre criptovalute – non ci sarà dunque spazio per Ethereum, né per criptovalute più prestanti per i pagamenti – come le tante di cui parliamo ogni giorno su queste pagine. AXA invita comunque i clienti a segnalare il loro desiderio di pagare anche in criptovalute alternative.
Cosa vuol dire questo per il prezzo di Bitcoin?
In realtà non vuol dire molto in modo diretto. Dubitiamo che i volumi che AXA riuscirà a spostare saranno rilevanti al punto tale da creare uno squilibrio nella domanda e nell’offerta di Bitcoin. Al tempo stesso però dobbiamo riconoscere l’enorme impatto pubblicitario che questo avrà sul mondo delle criptovalute.
Se anche compagnie assicurative importanti (e credibili) come AXA cominciano ad accettare Bitcoin, anche il proverbiale uomo comune, che si tiene molto lontano dalle novità tecnologiche, non potrà che cambiare il suo atteggiamento verso Bitcoin.
Tutto questo mentre Coinbase si quota al NASDAQ, operazione che possiamo sicuramente arruolare tra quelle andate a buon fine – e mentre moltissime aziende quotate in borsa cominciano ad accumulare riserve in Bitcoin, anche se principalmente americane. La comprensione e l’atteggiamento verso le criptovalute sta cambiando considerevolmente – soprattutto in quel mondo che gode della maggiore fiducia tra i piccoli risparmiatori.
Le previsioni su Bitcoin rimangono fortemente rialziste – anche in virtù di queste piccolissime rivoluzioni che arrivano sul mercato ogni giorno. Anche se probabilmente a spingere ancora in alto le quotazioni di BTC saranno le notizie che arrivano da economie e banche centrali.