Voyager Token non è esattamente la prima delle criptovalute che ci viene in mente quando siamo alla ricerca di nuovi angoli dai quali attaccare il mercato. La grande crescita delle ultime ore ha però attirato le attenzioni di molti nostri lettori, motivo per il quale abbiamo deciso di offrire un breve approfondimento su VGX.
Dietro il boom di mercato di VGX c’è un aumento degli interessi che si possono ottenere sulla relativa piattaforma – che offre trading sulle criptovalute. Da maggio infatti si potrà ottenere fino al 7% su base annua, a patto di bloccare almeno 500 VGX tramite i sistemi di Voyager.
Questo aumento è stato sufficiente per innescare una corsa agli acquisti, per un token che altrimenti non ha grandi particolarità rispetto alle tante criptovalute di utility che abbiamo avuto modo di analizzare già su Criptovaluta.it.
Voyager Token è la criptovaluta interna dell’omonimo servizio per investire sulle criptovalute tramite App. Un servizio che opera negli Stati Uniti e che offre non solo la possibilità di fare compravendite tra criptovalute, ma anche di guadagnare bloccandole in una sorta di conto deposito.
Non c’è soltanto Bitcoin. Al momento il servizio offre interessi su oltre 50 criptovalute, incluso il token interno VGX, che viene utilizzato anche per diversi sistemi di premi interni per gli utenti.
Nelle ultime ore a scatenare gli acquisti è stato l’annuncio del passaggio di VGX ad un interesse annuo del 7%, che renderà molto più conveniente detenere il token e bloccarlo sulla piattaforma. Questo mentre per aprile il tasso di retribuzione per gli utenti era fissato ad un ben più modesto 5%.
Tanto è basato, insieme ad altre novità di carattere tecnico (e il passaggio ad un nuovo standard di smart contract) per innescare un ciclo di acquisti che ha portato VGX a crescere in doppia cifra.
In aggiunta chi avrà in portafoglio almeno 2.500 VGX, potrà ottenere un punto percentuale in più sui rendimenti di Bitcoin, Ethereum e anche USDC, lo stablecoin di Coinbase che sta provando ad insidiare il ben più comune Tether. E questo ha innalzato, inevitabilmente, la domanda di token.
Voyager è sicuramente un ottimo servizio, che sta allargando il suo reach anche grazie a generosi tassi di interesse offerti su tutte le principali criptovalute. Integrando in questo tipo di esperienza anche il proprio token proprietario, Voyager ha creato un circolo per il momento virtuoso, che permette a tutti di ottenere dei rendimenti da criptovalute che altrimenti non sarebbero in grado di generare nulla.
Tuttavia si tratta di sistemi che oggi possiamo trovare su un gran numero di exchange – talvolta anche con rendimenti più elevati. Senza parlare del fatto che, almeno per il momento, Voyager non è dotato di licenza europea e pertanto non permette agli utenti europei di partecipare a tali programmi.
C’è di meglio in giro? Probabilmente sì, anche se è più che ragionevole considerare VGX per speculazione di breve, medio o lungo periodo. Con la solita avvertenza: basta guardare al grafico per rendersi conto di quanto sia volatile (e in una certa misura manipolabile) il prezzo di VGX. Entrare sul mercato? Solo se si è disposti a correre rischi elevati.
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