Secondo quanto riportato dal popolare magazine The Block, il mese che si è appena concluso, aprile, sarebbe stato il più remunerativo della storia per i miner di Ethereum, che avrebbero raccolto la cifra di 1,59 miliardi di dollari negli ultimi 30 giorni.
Il record batte il precedente, dello scorso marzo, quando i miner che permettono al protocollo Ethereum di funzionare, hanno staccato un assegno per 1,38 miliardi di dollari, cifra comunque importante, ma distante da quella che si sarebbe fatta registrare durante l’ultimo mese.
Un ottimo mese per chi si è dedicato al mining sul network più rappresentativo dell’economia decentralizzata, che presto però, come abbiamo già discusso diverse volte all’interno delle pagine di Criptovaluta.it, passerà ad un nuovo sistema PoS, nel quale i miner e la loro potenza di calcolo non saranno più fondamentali.
Anche sotto il piano delle transazioni è stato, in termini di dati, un ottimo mese per Ethereum, che ha superato per la prima volta la soglia dei 40 milioni di trasferimenti in 30 giorni.
Ed proprio dal sostegno infrastrutturale alle transazioni che arrivano quasi la metà dei denari che sono stati guadagnati dai miner – organizzati in strutture professionali e spesso molto articolate, in modo simile a quanto avviene per Bitcoin, l’altro grande progetto che si basa su PoW – Proof of Work – per permettere il funzionamento della sua infrastruttura su blockchain.
Sì, ma come abbiamo appena detto, si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di infrastrutture organizzate e con hardware specifico, con investimenti importanti e condizioni ideali. Tuttavia, almeno nel caso di Ethereum, possiamo organizzarci anche noi scegliendo il giusto mining hardware per PC e costruendo una macchina in grado di macinare una quantità di calcoli adeguata.
Occhio però a calcolare che si tratti di una spesa dalla quale possiamo rientrare, anche con un orizzonte pluriennale. Perché nonostante i guadagni dei miner siano attualmente alle stelle su Ethereum, non è assolutamente detto che questa progressione continuerà.
Questo anche alla luce del futuro passaggio di Ethereum ad un sistema in Proof of Stake, dove il mining prenderà altre forme e dove per approvare le transazioni non sarà più necessaria una potenza di calcolo di questo tipo.
Anche se considerata dai puristi come meno sicura, la Proof of Stake permetterà di avere sul network di Ethereum una maggiore scalabilità e costi più contenuti di transazione, che da un lato sono la problematica maggiore per il network oggi, dall’altro invece fonte di ricchezza, come è chiaro da questo nostro approfondimento, per i miner.
Con il settore della finanza decentralizzata che continua ad espandersi – e con una buona fetta dei progetti che gira su Ethereum, per il prossimo mese potrebbe esserci un nuovo record, nonostante l’upgrade a Berlin.
Noi vi terremo aggiornati – seguendo anche molto da vicino le evoluzioni di un protocollo, Ethereum, ormai sempre più centrale nell’ecosistema delle criptovalute.
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