Standard & Poor’s, il gruppo che gestisce i già celebri indici S&P 100 e S&P 500 – tra i più importanti per il mondo azionario degli Stati Uniti – ha annunciato oggi che per il prossimo dicembre attiverà tre diversi index, tarati sulle principali criptovalute.
A fare il loro esordio saranno un indice su Bitcoin, uno su Ethereum e un terzo, denominato MegaCap, che per il momento includerà sia BTC che ETF. La notizia è tra le più importanti della settimana per tutti gli appassionati di criptovalute.
Certo, non servirà aspettare l’arrivo di questi indici – e la nascita di prodotti finanziari che li replicano – per puntare su queste due criptovalute.
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Che tipo di indici inaugurerà S&P
Saranno per il momento tre, per quello che secondo il Global Head of Innovation Peter Roffman ha riportato ai giornalisti, sarà soltanto un assaggio:
Questo è il primo passo. Lanceremo un insieme più ampio di indici, che punteranno sugli asset più liquidi e riconosciuti dal mercato. Vogliamo scegliere criptovalute che hanno un grande seguito tra gli investitori istituzionali.
Con Liebowitz, sempre dello stesso gruppo, che ha aggiunto:
È presto, ma alcuni dei token [della finanza decentralizzata] probabilmente avranno i requisiti per entrare in altri indici, quando cominceremo ad attivarne di nuovi.
Una buona notizia non solo per Bitcoin ed Ethereum, che hanno già un grandissimo seguito istituzionale e che sono già a bilancio presso aziende quotate al NASDAQ.
Secondo Roffman questo tipo di prodotti potrà essere molto attraente per le banche di investimento e le banche retail, che potranno iniziare a creare dei prodotti di investimento e dei derivati che garantiranno esposizione verso ETH e BTC, ma non solo.
Perché, come abbiamo visto, si è parlato anche di token legati alla finanza decentralizzata, con Uniswap e Polkadot che sembrerebbero essere, almeno a guardare le capitalizzazioni, i candidati più papabili. Per ora si partirà con i tre indici già indicati, che faranno il loro esordio il prossimo dicembre.
Non sarà un altro 2017
In realtà l’interesse per le criptovalute da parte delle grandi banche e dei grandi nomi della finanza internazionale non è cosa nuova. Già nel 2017 Morgan Stanley aveva creato di prodotti swap basati proprio sulle principali criptovalute.
Progetto poi finito nel dimenticatoio a causa del grande crack del 2018, che distrusse una quantità enorme di valore tra chi aveva investito in prossimità dei picchi di prezzo. Parlare però di bolla, almeno adesso (e con l’interesse di gruppi come S&P) sembrerebbe assurdo, con sempre più analisti della cosiddetta finanza classica che iniziano a riconoscere il valore di Bitcoin e delle altre criptovalute ad alta capitalizzazione.
Cosa vuol dire questo per il mercato delle criptovalute?
Vuol dire ancora maggiore istituzionalizzazione, maggiori acquisti a copertura di certi investimenti da parte delle banche e dunque, si spera, aumento dei prezzi.
La fase di accettazione delle criptovalute all’interno del mondo finanziario classico è solo all’inizio. E sebbene qualche gruppo si stia comportando da pioniere, c’è ancora molta strada da fare. La buona notizia è che questa strada, oggi come non mai, sembra essere in discesa.