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Cina: BANNATI investimenti e pagamenti in Criptovalute!

4 anni fa
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Secondo quanto riportato da Reuters, la Repubblica Popolare Cinese avrebbe appena proibito alle istituzioni finanziarie e alle società che si occupano di pagamenti di offrire servizi legati alle transazioni in criptovalute

Il tutto in un contesto già particolarmente duro per il settore dalle parti di Pechino, con il ban che sarà esteso ai canali di pagamento classici, al trading, alle attività dei clearing desk

La Cina rincara la dose contro le criptovalute

I nostri lettori ricorderanno inoltre che la Cina, sebbene non abbia ancora criminalizzato la detenzione di criptovalute da parte dei privati, proibisce comunque la possibilità di gestire nel paese exchange e di offrire token tramite ICO

“Le criptovalute distruggono l’ordine finanziario ed economico”

Accuse molto dure quelle che arrivano dalla Cina, in una dichiarazione congiunta della National Internet Finance Association, della China Banking Association e della Payment & Clearing Association

Recentemente i prezzi delle criptovalute sono saliti alle stelle e poi sono scesi violentemente e il trading speculativo è ripreso con forza, distruggendo la sicurezza della proprietà delle persone e l’ordine economico e finanziario “normale”. 

Questa la dichiarazione dei tre corpi congiunti, collegati direttamente al governo della Repubblica Popolare. Tutto questo mentre la Cina ha già avviato il suo programma per uno Yuan digitale, ormai in fase molto avanzata e che sarà disponibile, per i turisti , a partire dalle prossime olimpiadi invernali di Pechino

Cresce il controllo da parte degli stati nel comparto Blockchain

In realtà nulla di nuovo sotto il sole. Nel senso che sono già diversi gli stati che sono intervenuti in senso piuttosto restrittivo. Soltanto qualche settimana fa la Turchia aveva proibito i pagamenti ufficiali in criptovalute, a poco da quello che è stato uno degli scandali più grandi del 2021, con uno degli exchange principali del paese chiuso in fretta e furia e con il CEO ancora introvabile per la polizia. 

Allo stesso modo sono diversi i paesi ormai storicamente avversi al mondo delle criptovalute, seppur con situazioni spesso meno nette. In India si parla ormai da tempo di un possibile allentamento della stretta su Bitcoin e su altre criptovalute, con regole attuali che sono tra le più restrittive a livello mondiale. 

Così come ci si aspetta, nella seppur più libera America, l’intervento del regolatore su tutto il comparto delle criptovalute, sia in termini di tassazione sia in termini di regolamentazione tanto degli exchange quanto delle società che gestiscono token

Proibiti anche i prodotti finanziari

Non sarà possibile in Cina offrire trust in stile Grayscale, oppure ancora ETF su BTC o altre criptovalute, tipologia di strumenti che sono ormai già molto diffusi tanto nelle Americhe, quanto in Europa. 

E per i cittadini della Repubblica Popolare Cinese, sarà sempre più difficile, con un mercato che già da adesso prende la strada di negoziazioni tra privati, senza che ci siano exchange centrali a poter collegare domanda e offerta. 

Curioso che questo accada nel paese che maggiormente contribuisce al mining di Bitcoin e che sta accumulando una discreta fortuna proprio grazie all’estrema popolarità delle criptovalute. Ma non per chi vorrà investirci: minare si potrà, sfruttando anche l’energia elettrica a bassissimo costo in alcune regioni della Repubblica. Ma guai ad investire o pagare transazioni in una qualunque criptovaluta.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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