Le grandi banche non saranno simpatiche a molti degli appassionati di criptovalute, ma ce ne dovremo fare una ragione. Nonostante Bitcoin sembri incanalato sotto i 40.000$, con la bull run che sta ancora prendendo la carica, alcuni tra i principali gruppi bancari del mondo continuano a puntare sulle criptovalute.
L’ultima notizia arriva da JP Morgan, una delle banche d’affari più importanti del mondo, che è alla ricerca di specialisti di criptovalute – cosa che denota la volontà del gruppo di giocare un ruolo importante nel futuro di questo settore. Un ruolo che, seppur inviso a molti, contribuirà probabilmente ad un allargamento del reach del comparto.
Possiamo puntare sulle azioni JPM – oppure su panieri sulle criptovalute scegliendo la piattaforma eToro (qui per un conto virtuale gratuito, che permette non solo di scegliere tra 23 criptovalute di primissima fascia, ma anche tutti i titoli azionari migliori del mondo. Con CopyTrading per copiare i migliori trader, oppure per spiare nei loro portafogli. E con CopyPortfolios che offrono investimenti distribuiti anche sulle criptovalute.
Secondo quanto riportato da Yahoo Finance, il gruppo bancario sarebbe alla ricerca di sei specialisti, in particolare della gestione del regolatorio, ovvero di tutti gli aspetti legali e fiscali che possono riguardare il mondo delle criptovalute. Figure che sono impiegate, ad esempio, anche presso gli exchange, che quando operano su mercati ampiamente regolamentati come quello USA o quello europeo, devono dotarsi di professionisti specifici che sappiano gestire questo tipo di problemi.
Le posizioni non riguarderebbero soltanto gli Stati Uniti, ma anche Hong Kong, con il gruppo che pertanto potrebbe entrare a gamba tesa anche sul mercato asiatico. Una mossa avventata? Crediamo assolutamente di no: se le banche di queste dimensioni ci hanno insegnato qualcosa, è che in realtà ponderano decisioni di questo tipo a fondo. In particolare quando si tratta di mercati nuovi e rischiosi come quelli delle criptovalute.
Per dare una risposta accurata, dovremo necessariamente tenere conto di altri fattori. Ovvero della qualità e della quantità dell’impegno di JP Morgan del settore. Cosa che è estremamente difficile fare adesso, mentre i vertici di JPM si rifiutano di commentare sulla vicenda. Secondo le indiscrezioni di Yahoo Finance, si potrebbe trattare di un interesse in relazione ai micropagamenti – cosa che farebbe concorrenza a progetti come Ripple – con un sistema altrettanto centralizzato.
Tutte ottime notizie per il mondo delle criptovalute. E a temere una mossa del genere dovrebbero essere imprese come VISA o Mastercard. Staremo a vedere quale sarà l’effettiva portata dell’impegno di JPM. Nonostante le banche di queste dimensioni abbiano in genere idee molto chiare, non è detto che poi non si tirino indietro.
Cosa che tra le altre cose è accaduta a più riprese con Facebook e il suo progetto Libra, che prima ha cambiato nome, poi ha abbandonato la Svizzera, per poi tornare di nuovo negli USA senza che ci sia una chiara timeline per gli sviluppi futuri del progetto.
Sappiamo benissimo che a JP Morgan piace giocare da sola – e che probabilmente svilupperà una soluzione in proprio – o magari appoggiandosi a qualche rete maggiormente istituzionale.
Anche se condividiamo le preoccupazioni degli appassionati in relazione ad un’eccessiva istituzionalizzazione del comparto cripto, dobbiamo pur sempre tenere conto dell’enorme impatto che possono avere, almeno presso il grande pubblico, operazioni di questo tipo.
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