Il settore della finanza decentralizzata continua a conquistare ampie fette di mercato – grazie a progetti sempre nuovi e che puntano a coniugare il mondo della finanza reale con quello della blockchain.
Tra i più interessanti (e nuovi) sul mercato troviamo il token AMP, che nelle ultime 48 ore è stato oggetto di una bull run importante, con tassi di crescita superiori alla maggior parte dei token sul mercato, il tutto nel mezzo di un periodo tutto fuorché brillante per il comparto delle criptovalute.
Cerchiamo di capire insieme il perché di tale corsa, che – lo anticipiamo – è stata in realtà innescata anche dalla recente quotazione su Coinbase (qui per aprire un conto gratis), intermediario che permette di operare su decine di criptovalute, sia in via diretta, sia tramite Dex, con la possibilità aggiuntiva di accumulare criptovalute gratis con il programma Earn.
Che cos’è Amp, la criptovaluta per collaterali contro il rischio
Amp è un progetto di finanza decentralizzata che punta ad essere ponte per la tokenizzazione degli asset, fisici o digitali, che vengono poi utilizzati come collaterale di rischio. Il tutto alla ricerca di un mercato maggiormente efficiente e permissionless, come nella tradizione dei progetti su blockchain.
Il sistema si comporta pertanto come garante del trasferimento di asset – che possono essere utilizzati come collaterali al fine di coprire qualunque tipo di rischio. I casi d’uso supportati sono moltissimi – con la gestione dei collaterali che è affidata a smart contract che girano sulla rete di Ethereum.
Il token AMP – che fa capo al Flexa Network – è utilizzato per rendere gli scambi istantanei e sicuri. È appartenente allo standard ERC 20 e può essere sempre verificato, sia in termini di smart contract, sia invece come consistenza di mercato, anche sulla blockchain di Ethereum.
Amp è anche agnostico verso gli asset; nel senso che è compatibile in modo universale con qualunque tipo di asset vorremo tokenizzare – e può pertanto essere utilizzato, potenzialmente, per ogni tipo di transazione. Un’evoluzione importante di concetti che abbiamo già visto in diverse blockchain – e che punta dritto ad un’integrazione anche tra mondo della blockchain e dell’economia reale.
Tokenomics
Prima di decidere se sia il caso o meno di tenere sotto osservazione questo token e magari inserirlo nel nostro portafoglio, dovremo fare qualche considerazione sulla natura stessa del token.
Si tratta di un token, come già detto, standard ERC 20. È stato verificato da ConsenSys e da Trail of Bits durante lo scorso anno, a garanzie di specifiche, tecnologia e distribuzione e che è quintessenziale al progetto Flexa, che già collabora con importantissimi player del settore dei pagamenti digitali, come Gemini, Coinlist, Coinme, Dharma, ShapeShift e ZenGo.
Il token ha una massa circolante massima di 100.000.000.000 di token, che non può essere in alcun modo alterata. Al contrario di tanti progetti simili, si è scelto pertanto di procedere alla vecchia maniera e di evitare mosse inflazionistiche, per quanto controllate.
Può avere senso investire in questo token?
La recente quotazione su Coinbase dimostra che ormai il token è di interesse pubblico e che con ogni probabilità continuerà a crescere nel futuro, quantomeno per livelli di utilizzo. Livelli di utilizzo che, in un utility token come quello che abbiamo davanti oggi, vogliono dire sempre o quasi aumento del valore sul mercato.
Il nostro consiglio, in particolare per chi crede nella crescita futura della finanza decentralizzata, è di seguire molto da vicino questo token. Che potrebbe essere fonte di interessantissime sorprese.