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Criptovalute: anche la Tanzania pronta al corso legale?

È già iniziato l’effetto a cascata di El Salvador? Dopo il piccolo stato centro-americano potrebbe essere il turno della Tanzania. Samia Suluhu Hassan, presidente del paese, ha infatti dato indicazioni alla Banca Centrale affinché si prepari a facilitare l’accesso al mondo delle criptovalute e al relativo utilizzo nel paese.

Una mossa per ora dai contorni non ancora definiti, ma che potrebbe a sua volta fare da apripista all’ingresso nel mondo di Bitcoin e delle altre criptovaluta di altri stati.

Tanzania - Bitcoin corso legale
La Tanzania si prepara alle cripto come valuta a corso legale?

La notizia è sicuramente bullish e contribuisce ad invertire la narrativa fatta di FUD serrato alla quale abbiamo assistito durante le ultime settimane. Una narrativa che ha contribuito al calo di Bitcoin verso i 30.000$. Quota che sembra ormai essere definitivamente alle spalle, con la criptovaluta che ha superato i 40.000$ poche ore fa.

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L’identikit perfetto del paese crypto

La Tanzania è un altro dei paesi con un identikit perfetto per l’adozione di Bitcoin e delle criptovalute in generale. Il paese africano ha infatti una larga fetta della popolazione che non ha accesso a servizi bancari ma, ad esempio, a smartphone o ad altri dispositivi per la navigazione in internet. Dispositivi che sono più che sufficienti per operare con le criptovalute.

In secondo luogo parliamo di un’economia emergente che potrebbe, almeno parzialmente, affrancarsi dall’utilizzo di valute straniere, almeno come riserva di valore. Una situazione, con le debite proporzioni, simile a quella di tanti paesi che hanno già dimostrato interesse nei confronti del mondo delle criptovalute.

  • Non c’è soltanto El Salvador, sono diversi i paesi che…

…sembrerebbero pronti ad abbracciare non solo Bitcoin, ma più in generale tutto l’ecosistema delle criptovalute, già maturo per offrire servizi di pagamento digitali anche agli unbanked, ovvero a coloro i quali non possono avere accesso ai servizi di tipo bancario.

Una grande opportunità per questi paesi, in una lista che oggi comprende El Salvador in via ufficiale, ma anche Brasile, Nicaragua, Panama e Nigeria in via meno ufficiale, con qualcosa che inizia a muoversi anche in quegli stati. Ad un costo per la classe politica.

Per la classe politica è un rischio, ma non nel senso che si potrebbe credere

Una classe politica che si sta battendo per le criptovalute sta giocando contro i suoi stessi interessi. O meglio, rischia che queste diventino strumento di libertà (dalle banche centrali nazionali e non) per la popolazione.

Questo, in paesi dove l’indipendenza della Banca Centrale è pressoché assente, potrebbe essere uno strumento di rivoluzione lenta e pacifica forse più grande che gli stessi presidenti si aspettano.

Che tipo di notizia è per le criptovalute?

È sicuramente di carattere bullish, a prescindere da quale sarà l’effettivo impegno della Tanzania in questo senso. Autorità sovrane che discutono di adottare criptovalute è un segnale dell’enorme forza del settore, nonostante arrivi da una delle correzioni più importanti della sua storia.

La tecnologia tuttavia è ormai matura anche per l’adozione di massa – e l’appeal politico di essere tra i primi a partecipare ad una rivoluzione già avviata è altissimo. Tra poco, con ogni probabilità, sapremo quale sarà il prossimo paese a seguire le orme di El Salvador e a diventare pertanto il secondo ad aver dichiarato una o più criptovalute come valuta legale.

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