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Il 98% dei fondi hedge investirà in criptovalute!

3 anni fa
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Anche i grandi fondi di investimento saranno parte del mondo cripto. Questo è il risultato di un’indagine condotta da InterTrust, che ha intervistato 100 CFO coinvolti nella gestione di grandi fondi hedge, con la quasi totalità degli stessi che hanno ammesso un forte interesse per il mondo delle criptovalute.

Fondi che potrebbero portare l’esposizione verso le criptovalute fino al 7% nell’arco di 3 o 4 anni, per un totale di circa 300 miliardi di dollari che finirebbero, progressivamente, all’interno del comparto, aumentandone liquidità e market cap.

IL 98% pronto ad investire

Numeri importanti? Ad oggi si tratterebbe di poco meno di 1/5 del valore totale di mercato, somma forse non da far girare la testa, ma che potrebbe portare con se diversi effetti a cascata, che renderebbero l’adozione delle criptovalute un fatto inevitabile.

Una notizia bullish per tutto il comparto – in particolare in prospettiva futura. Una prospettiva sulla quale possiamo investire sulla piattaforma Capital.com (qui per un conto dimostrativo gratuito e illimitato). L’intermediario offre sia intelligenza artificiale, sia la possibilità di utilizzare script per il trading semi-automatico con MetaTrader 4. Con l’aggiunta anche di TradingView e del servizio di segnali Trading Central, piattaforme molto apprezzate dai trader. Il minimo per investire è molto basso: bastano solo 20 euro per accedere a tutti i servizi offerti.

I fondi hedge innamorati delle cripto – e porteranno dentro anche i fondi classici

La rivoluzione nel mondo dei fondi non potrà che partire dai fondi hedge, che per loro stessa configurazione impiegano principalmente capitale ad altissimo rischio e sono più propensi ad investire su asset volatili come Bitcoin.

I gestori di fondi classici possono avere, ancora per qualche tempo, ritrosia ad entrare su un mercato che proprio nelle ultime settimane ha dimostrato ancora una volta di essere altamente instabile e volatile. I fondi hedge hanno sotto questo aspetto maggiore libertà di movimento e potranno fare da apripista per la concretizzazione delle criptovalute come asset classico da investimento.

I fondi hedge sono maggiormente a conoscenza non solo dei rischi insiti nel mercato delle criptovalute, ma anche delle possibilità sul lungo termine di questa categoria di asset.

Così ha commentato David Miller di Quilter Cheviot. Inoltre, è bene ricordarlo, ci sono già società di investimento che hanno investito nelle principali criptovalute, principalmente tramite contratti futures.

Se l’impegno fosse confermato, fino a 300 miliardi freschi nel mercato

Se l’impegno ventilato dai CFO dei principali fondi hedge dovesse essere confermato, arriverebbero sul mercato circa 300 miliardi di dollari, che ad oggi valgono poco meno della metà della capitalizzazione a mercato di Bitcoin, e oltre il 100% di quella di Ethereum. Una cifra di tutto rispetto per un mercato che vale, nel momento in cui scriviamo, circa 1.700 miliardi di dollari.

Questo si trasformerebbe, anche se dilatato nel tempo, in una buona fonte di crescita per le criptovalute che saranno sotto i radar dei principali fondi di investimento. Il massim ofissato per l’esposizione è del 7%, somma importante tenendo conto dell’elevato rischio che questo tipo di investimenti presentano.

Qualcuno però teme l’impegno dei fondi

Perché vuol dire avere ancora più soggetti di grandi dimensioni che possono provare a manipolare i prezzi a loro vantaggio. Già per diversi commentatori il crash di metà maggio è stato da imputarsi ad azioni coordinate da parte di investitori di grande spessore, che avevano interesse ad entrare nel mercato a prezzi più bassi.

Supposizione che però, almeno per il momento, non è assolutamente corroborata dai fatti o comunque da prove concrete che possiamo utilizzare per capire se ci sia stato o meno coinvolgimento dei fondi. Staremo a vedere – sta di fatto che sarà impossibile proibire ai fondi hedge di entrare, direttamente o indirettamente, sul mercato criptovalutario. E che questo potrà avere delle ripercussioni molto positive sui prezzi delle migliori criptovalute.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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