Anche Panama come El Salvador? Nel paese centroamericano sarebbe pronta, per il prossimo mese, una proposta di legge per adottare come valuta avente corso legale Bitcoin. Sarà vergata da Gabriel Silva, che già si era pubblicamente complimentato con Nayib Bukele per l’introduzione di BTC nel suo paese come mezzo di pagamento legale.
Sebbene le possibilità che questa legge passi sono inferiori rispetto a El Salvador, si tratta di un’ottima notizia, che conferma l’interesse di diverse economie emergenti alle prospettive e alle possibilità offerte dal mondo delle criptovalute. Soltanto la settimana scorsa El Salvador ha dichiarato Bitcoin valuta a corso legale, facendo partire un effetto a cascata che potrebbe avere, come primo risultato concreto, l’aggiunta di Panama ai paesi che supportano ufficialmente le criptovalute.
Una buona notizia per il comparto, che tuttavia andrà verificata nel caso di approvazione, per una legge dai contenuti ancora vaghi e sui quali lo stesso Gabriel Silva non si è ancora espresso con precisione.
Gabriel Silva, che sarà promotore del disegno di legge, ha confermato che questo sarà presentato al parlamento di Panama nel corso del prossimo mese. Prima della redazione definitiva, Silva si occuperà di ascoltare, nel mese rimanente, i pareri degli altri partiti, coinvolgendo anche team legali ed esperti di Bitcoin, secondo quanto riportato dallo stesso parlamentare a Coindesk.
Panama sarà il terzo paese americano a prendere in considerazione l’adozione di Bitcoin come valuta legale parallela a quella già ufficiale, dopo che El Salvador ha dato già fuoco alle metaforiche polveri e dopo che anche in Paraguay è partita la discussione in parlamento per una legge simile.
Non sono ancora chiari i dettagli della legge, che potrebbe prevedere sia un’accettazione di Bitcoin come valuta legale, sulla falsariga di quanto avvenuto già a El Salvador, sia un programma più ampio di riforma che potrà rendere Panama quantomeno crypto-friendly.
Vale la pena di ricordare, al fine di una più ampia comprensione di quanto potrebbe avvenire a Panama, che in realtà il paese è dollarizzato dal 1904. Non è dotato di una banca centrale e utilizza correntemente il Balboa, che è ancorato in valore di 1:1 al dollaro, e appunto il dollaro statunitense.
La costituzione di Panama proibisce il governo dall’escludere una qualunque valuta dal corso e questo renderebbe, anche in termini legali, molto più facile il percorso di Bitcoin nel paese. C’è il fondato sospetto che Panama sia interessata – anche grazie ad un sistema di tassazione relativamente vantaggioso – ad attirare imprese che lavorano con Bitcoin o comunque su blockchain, offrendo un porto sicuro mentre negli USA e in Europa spirano venti di regolamentazione.
Staremo a vederlo quando la legge sarà effettivamente proposta al parlamento panamense. Per ora i mercati non hanno reagito e continua la fluttuazione nel range che ormai Bitcoin occupa da qualche giorno.
Si tratta ad ogni modo di notizie molto positive, che rinforzano le nostre previsioni Bitcoin – fortemente rialziste già entro la fine dell’anno. Qualcosa, anche nel mondo cosiddetto reale, si muove a vantaggio di BTC e dell’intero comparto delle criptovalute. E nel giro di pochi mesi potremmo davvero avere quell’effetto cascata che avevamo previsto con l’annuncio di El Salvador.
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