La Cina attacca i miner e li costringe a sloggiare? Poco male. Nel continente americano c’è letteralmente la fila di istituzioni pubbliche che cercano di attirare compagnie che si occupano di mining, con la proposta di energia a basso costo e che abbia anche uno scarso impatto sull’ambiente.
Ultimo in ordine temporale è il sindaco di Miami, Francis Suarez, noto già alle cronache dei cripto-appassionati per essere fortemente a favore del comparto criptovalute e per aver intessuto rapporti in passato anche con Ethereum. Miami è stata anche la location dell’ultima conferenza di Bitcoin, segno che tra la città della Florida e BTC il feeling è già alto.
Feeling che potrebbe addirittura aumentare, se dovesse andare in porto il progetto di Francis Suarez, ovvero di offrire energia a basso costo ai miner di Bitcoin, molti dei quali (è questa la sottotraccia) in fuga dalla Cina.
Suarez: cosa offre a Bitcoin e perché
Francis Suarez è un sindaco decisamente sui generis. È al governo di una delle città più importanti degli Stati Uniti e ha da sempre flirtato con il mondo delle criptovalute. Ha lanciato progetti per i servizi della città gestiti su Blockchain, ha rapporti ottimi con una buona parte della community e non ha mai fatto mistero di voler diventare hub negli Stati Uniti della crescente economia che ruota intorno al mondo delle criptovalute – e in particolare proprio di Bitcoin.
“Il fatto che abbiamo a disposizione delle centrali elettriche nucleari vuol dire che possiamo offrire energia a prezzi molto bassi. Capiamo quanto questo sia importante: i miner di Bitcoin vogliono un certo prezzo per kilowatt/ora. E quindi stiamo lavorando insieme a loro su questo. Creare delle mining farm è come costruire data center. Non è qualcosa che puoi fare dall’oggi al domani.”
Questo è il commento a CNBC del sindaco Suarez, che punterebbe pertanto all’energia nucleare prodotta nella città per attirare miner che potrebbero spostare le loro attività tanto dall’Asia, quanto da altri luoghi degli Stati Uniti.
- Riuscirà a competere con i vulcani?
In realtà la lotta per accaparrarsi i miner è già ad uno stadio avanzato. Il presidente di El Salvador Nayib Bukele, che è già passato alla storia per aver trasformato Bitcoin in valuta legale nel suo paese, ha avviato lavori per offrire ai miner energia a basso costo.
Sarà prodotta, in modo completamente ecologico, presso le centrali geotermiche del paese, che come è noto è ricco di vulcani. Un’offerta che potrebbe essere ancora più allettante di quella del sindaco di Miami, dato che sarebbe accompagnata anche da importanti, pare, sgravi fiscali.
L’impatto ecologico è il problema? Il mondo di Bitcoin risponde
Siamo stati tra i primi a ridimensionare enormemente la questione ambientale di Bitcoin, che aveva portato il CEO di Tesla a ritirare il proprio supporto per la criptovaluta. Questo perché da un lato già esistono delle soluzioni, e dall’altro i miner di Bitcoin utilizzano già in parte consistente proprio fonti di energia pulita. L’arrivo del Council contribuirà a migliorare questa situazione e a rendere Bitcoin ad impatto zero o quasi.
Qualcosa che sarà un grande passo in avanti per le pubbliche relazioni e per la percezione della prima criptovaluta al mondo in termini di capitalizzazione e importanza. Con buona pace di Elon Musk, che ieri, in modo piuttosto diretto, è stato invitato dal CEO di Kraken a studiare prima di parlare di ecologia e Bitcoin.
Bitcoin potrà giovarsi di questa ritrovata anima green? Probabilmente sì – e questo avrà un impatto positivo sul prezzo sul medio e lungo periodo. Noi rimaniamo più che convinti delle nostre previsioni Bitcoin, che puntano a livelli di prezzo molto più alti di quelli che abbiamo oggi a mercato.