Not your keys, not your coins! Questo è uno dei più antichi adagi del mondo delle criptovalute – che molti non vogliono imparare, neanche quando sul piatto della bilancia ci sono milioni di dollari di investimenti. Certo, ci si può fidare di una società di custodia terza, ma non sempre le cose vanno poi per il verso giusto.
La grande sciagura che vi stiamo per raccontare ha colpito StakeHound, che ha appena citato in giudizio la compagnia israeliana Fireblocks. Motivo del contendere? La scomparsa di circa 65 milioni di dollari in criptovalute, delle quali Fireblocks doveva essere custode. Un errore umano sarebbe dietro la perdita delle keys dei relativi wallet, con conseguente impossibilità di recuperare un ammontare di criptovalute enorme per noi comuni mortali.
Una sorta di favola di Fedro digitale, con una morale scontata ma utile: il backup delle chiavi è fondamentale per evitare di ritrovarsi con perdite enormi. Vediamo di vederci chiaro.
Cosa avrebbe commesso Fireblocks? Un errore madornale, almeno stando alla citazione in giudizio di StakeHound. Secondo quanto contenuto nei documenti, si tratterebbe di un errore umano. Uno dei dipendenti di Fireblocks avrebbe inavvertitamente cancellato le chiavi, senza una motivazione apparente, non permettendo più a StakeHound di accedere al suo portafoglio.
Parliamo di circa 38.000 coin Ethereum, che nonostante i mercati in fortissima ritirata, hanno ancora un valore molto alto – che ammonta a circa 65$ milioni di dollari, tenendo conto del forte calo di prezzo di oggi. Un colpo al cuore per una società sana e che stava raccogliendo capitali da investitori importanti, come Galaxy Digital, SwissCom e anche Cyberstarts Ventures. E senza le key sarà impossibile recuperare questa somma.
Gli oltre 38.000 Ethereum possono essere considerati come persi per sempre, per un errore umano che, con le giuste accortezze, poteva essere evitato. Sarebbe bastato un backup – anche se ora sembra davvero troppo tardi per tornare indietro.
Anche quando dovessero essere i nostri, e per somme meno importanti. Non ci stancheremo mai di ripetere sulle pagine di Criptovaluta.it che ogni investimento rilevante dovrebbe essere coperto o dalla scelta di un buon wallet hardware, oppure ricorrendo a quanto viene offerto da intermediari che hanno una gestione totale del nostro wallet, ma in modo più che sicuro e senza che ci sia il rischio della perdita delle chiavi.
E le chiavi, che siano di un wallet hardware o di altro tipo di dispositivo, vanno sempre tenute separatamente in un backup altrettanto sicuro. Il rischio che si corre – e la storia di Fireblocks è qui a ricordarcelo, è di perdere accesso al proprio wallet. Qualcosa che è – ricordiamo anche questo – assolutamente irreversibile.
Difficile dirlo e ancora più difficile che Fireblocks sia in grado di rimborsare una somma così importante. Poi andranno vagliate eventuali polizze assicurative del custode. Nel frattempo però la causa potrebbe durare per anni – con StakeHound che dovrà trovare il modo di far fronte all’enorme perdita, non dovuta ad un crollo del mercato, ma alla banale disattenzione umana.
I 38.000 ETH giaceranno sul fondale del mare virtuale della blockchain, senza che nessuno sarà mai in grado di recuperarli. Una buona notizia per gli investitori? Magari sì, anche se comunque si tratta di una quantità di Ethereum risibile rispetto a quelli attualmente in circolazione.
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