Non solo Europa, non solo Germania e non solo El Salvador. In realtà sono tantissimi i paesi che stanno puntando ad un’integrazione delle criptovalute, quantomeno dal lato finanziario, con i centri di snodo economico ufficiali.
L’ultima notizia arriva dalle Filippine, dopo una volta sciolto il noto con il regolatore dei mercati locale, la locale borsa per le azioni si è proposta come exchange ufficiale del paese – primo caso al mondo.
Nonostante esistano già moltissimi exchange che operano nell’area, l’impegno da parte di un’istituzione così importante e al centro dell’attività economica ufficiale non potrà che avere delle ripercussioni positive sull’intero ecosistema delle criptovalute.
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Il Sud-Est asiatico è una delle aree del mondo dove criptovalute e Bitcoin sono maggiormente diffusi, anche se raramente si parla delle Filippine associate alle tecnologie su blockchain. Tuttavia la notizia che arriva direttamente dal CEO dello Stock Exchange di Manila ha dell’incredibile, perché il leader dello scambio vorrebbe proporsi come exchange di criptovalute ufficiale nel paese asiatico.
Se dovrà esserci un exchange per le criptovalute, dovrebbe essere qui alla PSE [la borsa delle Filippine, NDR]. In primo luogo, è perché abbiamo l’infrastruttura giusta per il trading. In secondo luogo – e cosa più importante – avremo la possibilità di implementare strumenti di protezione per gli investitori, che sono importantissimi per le criptovalute.
Un punto di vista che può essere condivisibile o meno – ma che candida per la prima volta una borsa centrale come exchange di criptovalute. Una mossa che è ancora in divenire, ma che potrebbe diventare realtà già entro il prossimo anno.
La borsa tedesca, come vi abbiamo già raccontato sulle pagine di Criptovaluta.it, ha acquistato Crypto Finance AG, cosa importantissima perché il gruppo svizzero ha a disposizione infrastrutture che permettono la tokenizzazione degli asset finanziari classici.
Tuttavia siamo in presenza, nel caso delle Filippine, di una mossa molto più aggressiva, perché la borsa valori più importante del paese diventerebbe il centro nevralgico degli scambi di criptovalute nel paese. Cosa che restituirebbe all’interno dell’ecosistema delle cripto una grande visibilità e una grande credibilità.
L’Italia nel frattempo si stacca – e al momento non ha molto da offrire in tema di criptovalute, né in termini di veicoli finanziari che le rappresentino. Qualcosa di cui c’è poco da andare fieri – e che probabilmente non cambierà di qui a breve.
Il nostro Paese non ha mai brillato per apertura alle novità – e con ogni probabilità gli investitori italiani continueranno ad essere costretti ad operare altrove – o con i broker che consigliamo sulle nostre pagine, oppure tramite veicoli finanziari che sono offerti già in Svizzera e in Germania.
Un ritardo che ormai comincia ad accumularsi anche verso economie emergenti come quella delle Filippine, che con una mossa del genere potrebbe lanciarsi tra le primissime economie in termini di crypto-friendliness. Qualcosa che in pochi si aspettavano, ma che potrebbe diventare realtà a breve.
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