Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) qualche ora fa ha messo in guardia sulle criptovalute, affermando come il settore presenti dei rischi importanti, e che pertanto sarebbe opportuno che i regolatori vigilassero con maggiore attenzione sul comparto, per poter evitare che questi pericoli si materializzino.
Così, almeno, si è espresso il capo economista dell’istituto monetario internazionale, Maurice Obstfield, che durante la conferenza stampa di presentazione di un update del World Economic Outlook ha preso una dura posizione nei confronti delle valute virtuali, ponendosi sulla stessa linea interpretativa di altri operatori di rilievo.
Di fatti, possiamo ben rammentare come la posizione del FMI non solo non sia unica, ma non sia nemmeno nuova, visto e considerato che già il Fondo aveva rivelato in tempi meno sospetti come le criptovalute comportino dei rischi e dei vantaggi in egual misura, e che proprio per questo motivo potrebbe essere consigliabile sviluppare una migliore cooperazione dei regolatori.
Intanto, proprio nelle ore in cui le valutazioni di Obstfield venivano “battute” dalle agenzie di stampa, le quotazioni di Bitcoin continuavano a calare. In apertura di settimana, dopo aver recuperato parziale terreno, la criptovaluta più nota e capitalizzata del mondo scendeva a quota 10.500 dollari, con un trend che ha peraltro interessato anche le altre valute virtuali più note, come Ethereum, le cui quotazioni sono infatti calate al di sotto della soglia psicologica dei 1.000 dollari.
Naturalmente, è prematuro affermare che siano state le dichiarazioni del Fondo a spingere al ribasso le quotazioni delle criptovalute, considerando anche che il movimento calante era iniziato prima delle affermazioni di Obstfield.
Quel che però ci sembra essere piuttosto certo è che la presa di posizione del Fondo Monetario Internazionale finisca con il dare maggiore vigore alle valutazioni effettuate nel corso delle ultime settimane da un numero crescente di governi, istituzioni finanziarie internazionali e banche d’affari, che cercano di comprendere in che modo si possa mettere un cappello di regolamentazione a un comparto che è per definizione decentrato e crittografato, e che attraverso una troppo severa regolamentazione potrebbe perdere quelle che sono le sue principali caratteristiche, con il rischio di snaturarsi in misura evidente.
Insomma, alla luce attuale delle cose non è ancora possibile comprendere che cosa avverrà al comparto criptovalutario, né il modo con cui i governi decideranno realmente di prendere una posizione più formale nei loro confronti. Ai fini delle nostre iniziative di trading, però, è intuibile come il susseguirsi di notizie e di indiscrezioni circa le potenziali regolamentazioni che il settore delle criptovalute potrebbe subire o, ulteriormente, i rumors relativi alla chiusura o meno degli scambi in alcune determinate aree, abbia come effetto quello di accrescere l’instabilità e la volatilità di un settore che è già di per se piuttosto instabile e volatile.
Proprio per questo motivo ti consigliamo di avvicinarti al trading in criptovalute con particolare cautela, ricordando sempre che si tratta di un business che può esporti ad altissimi rischi, e rammentando che – proprio per questo motivo – occorrerebbe inquadrarlo all’interno di una più ampia strategia finanziaria, che possa essere personalizzata sulla base dei tuoi obiettivi, del tuo profilo di rischio / rendimento atteso e delle altre caratteristiche proprie del tuo modo di fare trading.
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