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In Corea è ancora febbre per Bitcoin e cripto

Non solo Visa e Mastercard. Il comparto delle criptovalute sta travolgendo anche il settore bancario, con notizie molto interessanti che arrivano dalla Corea del Sud, paese che stava tra le altre cose procedendo con una sorta di stretta nei confronti degli exchange.

Le tre principali banche coreane hanno infatti confermato che hanno visto una crescita del 140% per quanto riguarda gli scambi da e per gli exchange di criptovalute, confermando una grande crescita di interesse da parte del pubblico coreano per questo tipo di investimenti.

corea del sud - febbre da Bitcoin
In Corea del Sud si moltiplicano cripto-appassionati e volumi di scambio

Un’ottima notizia per tutto il comparto delle cripto, che sta comunque già vivendo un ottimo momento di mercato. Possiamo investirci con la piattaforma eToro (qui per ottenere un conto demo gratuito e illimitato), intermediario unico nel suo genere grazie all’accesso garantito a 29+ criptovalute, anche con strumenti fintech esclusivi quali il CopyTrading (per copiare i migliori o semplicemente per spiare nelle loro posizioni) e anche i CopyPortfolios, per chi preferisce invece investire su panieri di cripto distribuiti in stile ETF. Il tutto con soli 100$ per aprire un conto reale.

Quattro exchange dominano la scena, ma è segno di salute per tutto il comparto

La questione riguarda anche gli exchange che dominano il mercato coreano, ovvero Upbit, Bithumb, Coinone e Korbit, che hanno incassato, sempre secondo lo stesso report, oltre 15 milioni di dollari di commissioni sulle transazioni, una somma che vale oltre il doppio di quanto era stato generato dal comparto nel trimestre precedente. Tutto questo in uno scenario per chi vuole investire in Bitcoin o in altre criptovalute che si fa, in particolare in Corea del Sud, sempre più competitivo e sempre più vantaggioso per i consumatori, che possono adesso avere ampia scelta di intermediari.

Nel frattempo in Corea del Sud, a prescindere da questi enormi volumi di scambi, si procede con una sorta di stretta sugli exchange della quale abbiamo già parlato più che sufficientemente sulle pagine di Criptovaluta.it. Il paese vuole che gli exchange – parzialmente a ragione a nostro avviso – procedano con un sistema di licenze simile a quello delle imprese legate al trading. Cosa che li renderà maggiormente strutturati e sicuri per i propri clienti.

Crescono anche gli account

La crescita non riguarda soltanto la quantità di commissioni pagate, ma anche il numero di account e di denaro che è detenuto direttamente dagli exchange. Il direttore di FSS (una sorta di CONSOB locale) Yoon Chang-Hyeon ha infatti affermato che:

Paragonato all’inizio dell’anno, il numero di account è cresciuto del 500$ e la quantità di depositi quadruplicata. La febbre per le criptovalute non è finita, in particolare con il ritorno alla crescita di Bitcoin.

Confermando quello che è un trend al quale stiamo assistendo anche in Europa – i cui dati saranno però disponibili soltanto tra qualche mese, dato che le banche del vecchio continente non sono così trasparenti e le authority di vigilanza sui mercati non così attente a mercati emergenti come quello delle criptovalute.

La febbre non si arresta: cosa vuol dire per il comparto?

La febbre non si arresta – e questo è un ottimo segno per il comparto – dato che tutti temevano che la recente e violentissima correzione in realtà avrebbe allontanato per sempre i piccoli e piccolissimi investitori dai mercati. Invece con Bitcoin che torna sopra i 46.000$ e Ethereum che supera i 3.200$, sembra che i piccoli siano più che pronti a tornare, con denaro fresco, sul mercato delle criptovalute. Noi non possiamo che dare il benvenuto ai piccoli risparmiatori che tornano, che in Corea del Sud come in Italia, hanno ancora tanta strada da fare nel mondo di BTC e dintorni.

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